Osnago: 50 anni di obiezione per la Pace
L'obiezione di coscienza al servizio militare fu sempre trattata alla stessa stregua della renitenza alla leva oppure alla diserzione.
Con la legge 15 dicembre 1972 n. 772 (cosiddetta Legge Marcora) fu istituito il servizio civile sostitutivo.
Una disciplina organica della materia però si ebbe solo con la legge 8 luglio 1998 n. 230 che riconobbe compiutamente per la prima volta il diritto all'obiezione di coscienza, configurando la stessa non più come un beneficio concesso dallo Stato, bensì come un diritto della persona.
Con la sospensione delle chiamate al servizio militare di leva in Italia ad opera della legge 23 agosto 2004, n. 226, risultò sospesa di fatto anche l'opzione del servizio civile obbligatorio per obiezione di coscienza.
A 50 anni dalla legge che riconobbe per la prima volta l'obiezione di coscienza vogliamo ripercorrere con chi le ha vissute da protagonista le lotte per conquistare quel diritto.
Ma non vogliamo solo ricordare i fatti di allora: in un periodo purtroppo costellato da nuove guerre in Europa chi - in Russia come in Ucraina - non vuole imbracciare le armi ritenendo che il conflitto armato non debba trovare menti e braccia che lo alimentano è vittima di repressione giudiziaria e messa al bando nell'opinione pubblica.
Il rifiuto di imbracciare la armi può essere oggi una risposta dal basso alla crescita della conflittualità tra gli stati?
Ne parliamo con
Francesco Vignarca coordinatore delle Campagne della Rete Italiana Pace e Disarmo
Alberto Anghileri consigliere comunale a Lecco e storico obiettore di coscienza al servizio militare
L'appuntamento è martedì 31 gennaio alle 21 nella Sala Civica Sandro Pertini in via Rimembranze a Osnago