Osnago: Paola Vita Finzi spiega agli alunni delle elementari l'effetto delle leggi razziali
Una condizione che è apparsa tanto strana da indurre molti bambini ad alzare la mano e a domandare alla diretta interessata come si sentisse nei momenti più critici della sua infanzia, per potersi immedesimare meglio in lei. "Spero che quello che mi è capitato non si ripeta più nella storia. Sono commossa nel vedervi qui e di potervi raccontare qualcosa della mia vita che grazie al cielo è stata differente dalla vostra" ha dichiarato in avvio Paola Vita Finzi.
Paola Valeria Vita–Finzi Zalman
Il racconto è cominciato dal 1938, quando la relatrice aveva 6 anni, e Mussolini stringeva una solida alleanza con Hitler, ospitato trionfalmente a Roma - come descritto nell'iconico film "Una giornata particolare" di Ettore Scola - nel maggio di quell'anno, evento che anticipò di qualche mese l'emanazione delle Leggi razziali antiebraiche. "Un giorno ci hanno detto che non potevamo più andare a scuola perché eravamo ebrei e gli altri bambini del quartiere con cui prima giocavano stavano lontano da noi. Era brutto. Ci dicevano che eravamo diversi e che non potevano più avere rapporti con noi. Questo ci ha turbato profondamente" ha testimoniato Paola Vita Finzi, che nel 1996 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica la medaglia d'oro quale Benemerito della Scienza e Cultura.
I genitori fecero di tutto per continuare a farla studiare. La iscrissero alla scuola per ebrei, le cui lezioni però si svolgevano di pomeriggio per non mischiare i bambini ebrei con gli altri che frequentavano lo stesso edificio scolastico di mattina. "La cosa positiva è che rispetto alla scuola pubblica da noi le classi non erano separata tra maschi e femmine perché eravamo in pochi. Un'altra differenza è che nei nostri libri di testo non c'erano le parti riferite alla cultura fascista. I miei genitori, che erano antifascisti, erano contenti di ciò" ha commentato l'ospite. Paola Vita-Finzi non abbandonò gli studi nemmeno in seguito, arrivando a laurearsi in Chimica industriale presso l'Università degli Studi di Milano. Ha poi insegnato al Dipartimento di Chimica dell'Università di Pavia, dove ha raggiunto il ruolo di Pro-rettore vicario, funzione svolta dal 1993 al 2005. Più di recente le è stato riconosciuto il titolo di professore Emerito.
Paola Vita-Finzi con il maestro della primaria di Cernusco Lombardone Pietro Santoro
Con l'entrata in guerra dell'Italia nel giugno del 1940 Milano sotto i bombardamenti non era più un luogo sicuro. Così la famiglia decise di spostarsi da parenti a Venezia. Fu il primo di una serie di spostamenti accompagnati dalla paura per la guerra o per essere catturati in quanto ebrei. "Chi segnalava la presenza degli ebrei alle autorità riceveva in cambio tra le 3 e le 5 mila lire, con le quali all'epoca si poteva comprare un appartamento" ha ricordato. Piegarono poi nelle campagne venete di Salzano. E poi in Piemonte, a Bobbio Pellice. Nel 1943 invece l'emigrazione in Svizzera sfruttando un canale illegale gestito da contrabbandieri. "Quando leggo di tutte quelle persone costrette a fare lunghi viaggi e una traversata per mare, mi dico che in fondo io sono stata fortunata, ho soltanto attraversato un bosco" ha espresso Paola Vita-Finzi con un chiaro rimando all'oggi. "Con queste brutture che ancora accadono oggi - ha aggiunto la relatrice - bisogna cercare di non restare indifferenti e cercare di aiutare chi ha più bisogno". A Berna rimase dal 14 dicembre del 1943 al 15 luglio 1945, poco dopo la fine della seconda guerra mondiale.