Verderio: le fiaccole per fare memoria della Shoah e della famiglia Milla


Come ormai da tradizione, nella serata di venerdì 27, una fiaccolata organizzata dall'amministrazione comunale di Verderio ha riunito i cittadini in un corteo che partito da Villa Gallavresi e giunto fino alle vicinanze della rotonda del Platano, si è concluso con la collocazione di 5 rose sulle pietre d'inciampo dedicate alla famiglia Milla, che nel 1943 fu strappata da Verderio e deportata nel campo di concentramento di Auschwitz.



I Milla erano giunti a Verderio nel 1942 dal momento in cui lo scatolificio Ambrosiano di Sesto si era trasferito per sfuggire ai bombardamenti. Ferruccio, che ne era un dipendente, e Ugo che da poco era giunto in paese con la famiglia, furono catturati dai soldati tedeschi che fecero irruzione nella loro casa, portandoseli via. Le sorelle invece, avvertite del pericolo, riuscirono a scappare a Milano per poi però essere scoperte nel momento in cui avevano iniziato a cercare informazioni sui fratelli catturati. Furono tutti uccisi praticamente subito a causa della loro età "avanzata" e poiché data la permanenza nella prigione di San Vittore e il lungo viaggio verso Auschwitz erano sfiancati e "inutili" a qualunque lavoro, dunque mandati nelle camere a gas.

L'assessore Francesco Falsetto, il sindaco Robertino Manega e suor Lorella

"4 anni fa quando ho varcato i cancelli di Auschwitz con la mia famiglia, mia figlia mi ha preso per un braccio e mi ha detto: ho paura" ha raccontato l'assessore Francesco Falsetto, cercando di rappresentare il terrore dietro il filo spinato, che ha cancellato a milioni di individui. Le fiaccole portate in corteo sono quindi diventate simbolo della luce che si dovrebbe accendere affinchè tanti drammi non si consumino più. Il sindaco Robertino Manega ha apprezzato la partecipazione all'evento da parte dei cittadini che ogni anno si fa sempre più numerosa, segnale che il sentimento comune che unisce onorando la memoria non si affievolisce con il passare degli anni.

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Suor Lorella ha invitato i presenti a non rimanere indifferenti di fronte agli orrori che ci circondano ma a riunirsi, come hanno fatto i cittadini presenti alla processione, per affrontarli insieme i problemi. Ha concluso la sua riflessione citando una frase di Nelson Mandela "Nessuno nasce odiando i propri simili a causa della razza, della religione o della classe alla quale appartengono. Gli uomini imparano a odiare, e se possono imparare a odiare, possono anche imparare ad amare, perché l'amore, per il cuore umano, è più naturale dell'odio."

 

I.Bi.
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