Lomagna: l'educazione dei bambini nella Germania nazista. Parla il professor Lunari
"Un ricordo che serve sempre riportare alla mente, dei più piccoli per istruirli e dei più grandi per non dimenticare mai" sono state le parole di Elena Gandolfi, assessore alla cultura di Lomagna, che ha introdotto l'incontro di mercoledì 25 gennaio in occasione della giornata della memoria, intitolato "La corruzione degli innocenti. L'educazione dei bambini nella Germania hitleriana". Ospite e relatore della serata è stato il professore e storico Marco Lunari.
I bambini raffigurati nei libri come perfetti nazisti
Uscita sconfitta dalla prima guerra mondiale, la Germania visse un periodo di crescente crisi sociale ed economica. Nel biennio tra il 1921 ed il 1923 si scatenò la vera "iperinflazione di Weimar", durante la quale il valore del marco tedesco scese ad un bilionesimo rispetto al suo valore nel 1914. La produzione industriale, soprattutto quella militare, subì un drastico calo e la disoccupazione raggiunse livelli inimmaginabili. Fu in questo clima che nacque e prese sempre più potere il partito nazionalsocialista, grazie soprattutto ad una campagna elettorale che prometteva lavoro e successo per una nuova grande Germania. Quello che poi divenne il partito nazista sfruttò, come strumento di potere nel diffondere le proprie ideologie, gli slogan in una propaganda mediatica incessante e violenta. Nacquero così i valori del perfetto nazista, tra i quali venne inserito anche l'antisemitismo, avvalorato dal fatto che Hitler incolpava gli ebrei della crisi tedesca perché considerati potenti e ricchi manipolatori degli Stati sia capitalisti che comunisti.
Il marco tedesco senza valore utilizzato per giocare
Per istruire i tedeschi sin da piccoli ad essere dei retti nazisti, le ideologie ed i valori del partito hitleriano divennero materia di studio nelle scuole. "La scuola deve essere ideologica, ma non partitica. Deve insegnare rispetto ed uguaglianza per creare cittadini civili e privi di discriminazioni" ha asserito il professor Lunari. I valori cardini della scuola hitleriana furono invece l'obbedienza e l'odio per il diverso. Tra le varie materie umanistiche e scientifiche, veniva insegnato agli studenti come riconoscere un ebreo dalla conformazione del naso. Tramite esercizi di grammatica e matematica venivano inseriti messaggi ideologici nazisti, con i quali si insegnavano ideali nazisti in modo subliminale. "Chi vuole vivere deve lottare. Chi si rifiuta di combattere in un mondo di eterno conflitto, non merita di vivere" recitava Hitler nel suo Mein Kampf, introdotto nelle scuole per divenire fedele accompagnatore nella crescita di ogni studente.
Manifesto di propaganda antisemita
"Questi editoriali raggiungevano le scuole, inserendosi all'interno del piano di studio - ha proseguito il professor Lunari -. Si dovette pensare però a come diffondere la propaganda della guerra e dell'antisemitismo anche nel tempo libero, al di fuori degli edifici scolastici e sempre più all'interno della vita privata. Nei cinema iniziarono a proiettare pellicole ricche di ideologie naziste, introdotte anche in libri per bambini, giocattoli e perfino nei calendari dell'avvento". Il nazismo si diffuse gradualmente in ogni ambito della vita sociale dei tedeschi e non esserne influenzato divenne sempre più impossibile. "O stai in casa o vai a fare qualcosa di nazista".
Editoriali del "Der Stürmer"
M.Pen.