Merate: il ''vuoto normativo'' e il fenomeno del (cyber) bullismo. Rischi reali e consigli
Un fenomeno in crescita che si insidia anche nell'intimità del focolare domestico, che spezza legami ed equilibri, inquina relazioni, rovina vite e che gode di un vuoto normativo che costringe chi amministra la legge a trovare applicazioni di “ripiego” per punire chi si macchia di bullismo e cyber bullismo.
È uno dei tanti aspetti emersi nel corso della serata, organizzata dall'osservatorio nazionale sui diritti di famiglia (ONDIF) sezione di Lecco e sostenuta dall'assessorato al welfare guidato dall'avvocato Franca Maggioni, che ha visto salire sul palco in una serata aperta non solo ad avvocati ma anche a genitori, insegnanti, educatori il sostituto procuratore della Repubblica del tribunale di Lecco dottoressa Chiara Di Francesco, l'avvocato Stefania Crema criminologa e docente di normativa e tutela delle persone presso l'università Cattolica di Milano e Statale di Torino, in qualità di moderatrice l'avvocato Silvia Natalia Castagna presidente della sezione territoriale di Ondif.
La dottoressa Crema ha esposto alcuni casi di cattivo utilizzo di social o di canali di messaggistica, su cui si è trovata a dover intervenire e da questi è partita per auspicare una serie di cambiamenti e atteggiamenti che possono trasformarsi in “prevenzione” di fronte a veri e propri drammi.
Il sostituto procuratore di Lecco dottoressa Chiara Di Francesco
Importanti, infatti, ha spiegato sono i progetti di attività riparatorie senza il passaggio attraverso il tribunale ma con una alleanza tra adulti e figli e istituzioni (come la scuola, ndr), in un lavoro responsabile e serio dove la sinergia e la condivisione risultano le armi vincenti in un sottofondo di fiducia e rispetto dei ruoli e dei poteri.
L'avvocato Stefania Crema
I ragazzi oggi hanno facile accesso ai dispositivi di comunicazione, anche quando l'età non glielo permetterebbe, e i genitori molto spesso non riescono a dare il giusto peso alla responsabilità di cui si gravano quando il figlio ne fa uso, appoggiandosi alla maggiore età del genitore, e rendendolo “reo” di eventuali comportamenti non corretti.
La moderatrice l'avvocato Silvia Natalia Castagna
Ad oggi, ha spiegato il magistrato lecchese, il codice penale non contempla il reato di bullismo o cyber bullismo e per questo gli unici strumenti di tutela sono civilistici o amministrativi e passano attraverso altre fattispecie di reato ma senza la specificità del caso. Sempre attingendo da fatti di cronaca la dottoressa Di Francesco ha puntualizzato come questi fenomeni siano trasversali e possano interessare anche gli adulti, non solo i giovani, e ha auspicato un intervento deciso e sollecito del legislatore perchè “troppe vite possono essere spezzate da condotte leggere”.
L'assessore Franca Maggioni
Servono regole in famiglia (via i telefoni di notte), ad esempio, ha raccontato l'avvocato Crema e “quelle che erano le indicazioni pedagogiche di una volta vanno oggi applicate ai social”.
Mai dimenticare, ha ribadito il magistrato, che “l'identità digitale sia diversa da quella vera. Siamo sempre noi e quello che è online rimane”, da qui l'esortazione a pensare bene a cosa si pubblica e si diffonde. Perchè tutto finisce in un mondo incontrollabile e incontrollato, di cui non si afferrano i confini e che ci sfugge di mano una volta venuti a contatto.
Da sinistra l'avvocato Silvia Natalia Castagna, il sostituto procuratore dottoressa Chiara Di Francesco, l'avvocato e assessore Franca Maggioni, l'avvocato e criminologa Stefania Crema
Oggi, hanno concluso le relatrici, c'è una grande necessità di tutelare l'essere umano, al centro di veri e propri vortici e cambiamenti che lo portano a essere in balia di eventi di cui non ne conosce la portata e quando la scopre è ormai troppo tardi.
E un ultimo monito agli adulti “I ragazzi vedono le nostre abitudini e le copiano”, da qui l'invito alla prudenza e alla moderazione nell'utilizzo di strumenti di comunicazione e di diffusione di immagini, video, contenuti in genere.
S.V.