Medici di base: in molti comuni figura prossima all’estinzione
«Il centrodestra lombardo pare essere sempre più dissociato dalla realtà oppure, semplicemente, finge di non accorgersene. Da Costa Masnaga a Nibionno, Bosisio Parini, Olgiate Molgora per salire a Esino Lario, Premana e in molti altri comuni lecchesi, la figura del medico di base è ormai prossima all’estinzione.
Con l’inizio dell’anno nuovo la situazione è peggiorata vistosamente e a costare caro ai lecchesi è un bene fondamentale: la cura della salute. Intere famiglie sono realmente preoccupate dalla perdita del loro punto di riferimento per le cure primarie e di una figura professionale in grado sia di fare un triage rapido, indirizzando il paziente verso le migliori cure, sia di accompagnarle con professionalità verso interventi più strutturati.
Nonostante sia l’ATS a metterci la faccia di fronte a sindaci e cittadini increduli per questo disservizio, la responsabilità è tutta politica, ovvero del governo regionale, guidato da Attilio Fontana, che solo l’anno scorso ha approvato una riforma della sanità regionale completamente inutile. Non è purtroppo sufficiente la buona volontà di neo dottori in medicina, assunti in fretta e furia da ATS, che ruotano dando le disponibilità variabili di settimana in settimana.
Richiederà tempo e grandi sforzi riuscire a superare i disastri causati in questi anni alla medicina del territorio dall’operato di Regione Lombardia. E non si pensi nemmeno per un istante che le case della comunità - oggi vuote e pressoché inutilizzate se non per la quasi offensiva campagna elettorale del centrodestra - possano in futuro accentrare e sostituire i presidi dei medici di base nelle diverse realtà comunali. Anzi, proprio nel breve periodo sarà necessario avviare un servizio sanitario diffuso e collegato in rete, capace cioè di dialogare con le strutture sociali dei comuni, nell’attesa di una efficace riforma delle scuole di specializzazione.
In ultimo seppure ben consapevole di quanto sia difficile per tutti loro, mi piacerebbe invitare i rappresentanti di centro-destra in Regione Lombardia a fare penitenza nelle prossime settimane di campagna elettorale e a smettere di pronunciare invano che la “sanità lombarda è un’eccellenza”. Perché, se ancora esiste un’offerta ospedaliera di livello, nulla ha a che spartire con la deficitaria sanità lombarda nel suo complesso».
Con l’inizio dell’anno nuovo la situazione è peggiorata vistosamente e a costare caro ai lecchesi è un bene fondamentale: la cura della salute. Intere famiglie sono realmente preoccupate dalla perdita del loro punto di riferimento per le cure primarie e di una figura professionale in grado sia di fare un triage rapido, indirizzando il paziente verso le migliori cure, sia di accompagnarle con professionalità verso interventi più strutturati.
Nonostante sia l’ATS a metterci la faccia di fronte a sindaci e cittadini increduli per questo disservizio, la responsabilità è tutta politica, ovvero del governo regionale, guidato da Attilio Fontana, che solo l’anno scorso ha approvato una riforma della sanità regionale completamente inutile. Non è purtroppo sufficiente la buona volontà di neo dottori in medicina, assunti in fretta e furia da ATS, che ruotano dando le disponibilità variabili di settimana in settimana.
Richiederà tempo e grandi sforzi riuscire a superare i disastri causati in questi anni alla medicina del territorio dall’operato di Regione Lombardia. E non si pensi nemmeno per un istante che le case della comunità - oggi vuote e pressoché inutilizzate se non per la quasi offensiva campagna elettorale del centrodestra - possano in futuro accentrare e sostituire i presidi dei medici di base nelle diverse realtà comunali. Anzi, proprio nel breve periodo sarà necessario avviare un servizio sanitario diffuso e collegato in rete, capace cioè di dialogare con le strutture sociali dei comuni, nell’attesa di una efficace riforma delle scuole di specializzazione.
In ultimo seppure ben consapevole di quanto sia difficile per tutti loro, mi piacerebbe invitare i rappresentanti di centro-destra in Regione Lombardia a fare penitenza nelle prossime settimane di campagna elettorale e a smettere di pronunciare invano che la “sanità lombarda è un’eccellenza”. Perché, se ancora esiste un’offerta ospedaliera di livello, nulla ha a che spartire con la deficitaria sanità lombarda nel suo complesso».
Dr. Gian Mario Fragomeli - Candidato regionale PD