La riforma sanitaria approvata dal Centrodestra lombardo va azzerata
«La riforma sanitaria del centrodestra in Lombardia è da azzerare in quanto i confini del rilancio devono essere chiari e, vista la carenza dei medici, progettati sia per rafforzare la funzione del Presidio ospedaliero di Merate con nuove specializzazioni, sia per trasferire prestazioni sanitarie anche alla medicina di gruppo con l'ausilio della telemedicina. Il Partito Democratico, con Pier Francesco Majorino, non ha nessun dubbio o "conversioni" da campagna elettorale, anzi ribadisce che per una provincia importante come Lecco siano necessari due ospedali di riferimento - Merate e Lecco - tutto ciò senza dimenticarsi del presidio sanitario e riabilitativo di Bellano.
Un punto a mio parere fondamentale è quello di superare forme di occupazione interinale nella strutture ospedaliera, con una nuova programmazione di medio periodo dei fabbisogni del personale, incentivando anche economicamente le specializzazioni di emergenza-urgenza e quelle connotate da maggiore responsabilità sanitaria.
È evidente come in Lombardia serva un forte investimento nella sanità pubblica ed una progettualità che non trascuri i cittadini e consideri i seguenti punti fondamentali:
1) il pronto soccorso dell'ospedale presenta una forte carenza di personale e questo sta richiedendo un investimento in équipe private pagate a peso d'oro - addirittura centinaia di euro all'ora - che porta giocoforza alla dequalificazione del personale stesso. Sarà necessario impegnarsi su tutti i tavoli istituzionali per un incremento del compenso economico e, meglio ancora, per incentivare professionalmente la specializzazione in medicina d'urgenza;
2) La carenza di personale in ospedale, inoltre, provoca lunghe liste di attesa e ciò è particolarmente grave per i soggetti cronici e fragili il cui aggravamento può generare il ricorso all'istituzionalizzazione in residenze sanitarie.
Infine la ginecologia, dopo aver già perso il suo storico primario, oltre alla difficoltà di raggiungere l'obbiettivo annuo di parti e mantenere lo standard necessario, rischia anche di non poter programmare a Merate le attività necessarie e rispondenti ai bisogni dell'intera area ginecologica».