Il mastrogiardiniere/39: suggerimenti per la potatura della ''Lagestroemia indica''

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Buongiorno,
oggi parliamo di :

Potatura della LAGESTROEMIA INDICA

Lagerstroemia indica, detta anche mirto crespo, originaria della Cina e sud-est asiatico introdotta in Europa nel 1700, è una pianta ornamentale molto bella e diffusa per la sua abbondante fioritura che avviene normalmente in estate inoltrata (luglio agosto).
Oggi, date le numerose varietà disponibili, possiamo godere di colori sgargianti con infiorescenze a forma di pannocchia da 15 - 30 centimetri. Può essere allevata a cespuglio oppure ad albero, acquistandola in entrambi i casi già impostata in vivaio, predilige il pieno sole e resiste al caldo.












Durante l’autunno prima di perdere il fogliame la pianta si trasforma, sprigionando sgargianti tipiche foglie dalla colorazione invernale.
















Un’altra tipica caratteristica è la squamatura del fusto che invecchiando perde a squame sottili parte della corteccia lasciando intravedere le tipiche macchie grigio marrone.













La fioritura avviene sui rami che si sviluppano durante l’anno, che andranno stimolati dalla corretta potatura, eseguita nella fase di riposo vegetativo, cioè novembre-febbraio.

Gli obiettivi della potatura sono molteplici: dare un aspetto ordinato alla pianta, mantenere la forma d’allevamento (ad alberello o cespuglio) e stimolare l’emissione di nuovi rami vigorosi per una ricca fioritura.

Se abbandoneremo la pianta a uno sviluppo naturale, rischieremo di trovarla con i rami piegati verso il basso per il peso dei rami più esterni.

Un ulteriore rischio potrebbe essere vedere i rami scosciati, rotti, spezzati, quando, durante un’improvvisa abbondante nevicata invernale, la neve andrà a pesare gravemente sui rami della lagerstroemia .



Ecco come potare

Per prima cosa, togliere i rami più sottili e delicati, lasciando il ramo dell’anno più vigoroso sull’apice del ramo, possibilmente scegliere quello rivolto verso l’esterno della pianta e lungo circa 20 centimetri .







Bisogna assicurarsi durante la potatura di non lasciare i monconi dei rami che abbiamo scelto di eliminare, e quindi tagliarli aderenti al fusto presso il collare di cicatrizzazione, i quali potrebbero, dapprima creare disordine all’aspetto finale della pianta potata, e secondo dai monconi si formerebbero rami più sottili ed esili con scarsa fioritura, rubando energia agli speroni che abbiamo lasciato lunghi 20 cm circa sull’apice del ramo.













L’errore che non si dovrebbe fare è eseguire la potatura detta “testa di salice o testa di moro”, nella foto si nota un rigonfiamento dovuto al tipo di potatura sbagliata, da questa potatura si svilupperanno rami sottili ed esili con scarso potere alla fioritura, e sicuramente più soggetti a malattie fungine, come l’oidio, per la difficoltà della linfa di circolare liberamente all’interno di quel “ groviglioso” ingrossamento, questo tipo di potatura limita il numero di ramificazioni, la crescita della pianta stessa, anticipando il suo invecchiamento.


In questa foto si può notare le fasi della potatura, da una parte si nota la pianta con tanti rami e le sue tipiche infiorescenze rinsecchite sull’apice e dall’altra i rami già potati ben distanziati fra loro e pronti a vegetare nella prossima primavera.


Curiosità:

Il genere lagerstroemia è dedicato a Magnus Von Lagerstroem botanico dilettante e direttore della Compagnia svedese delle Indie, amico di Linneo botanico e naturalista svedese, proprio qualche mese prima della morte aveva scoperto ed inviato a Linneo una nuova specie per la classificazione. E Linneo, in sua memoria, decise di dedicargliela dandogli il nome.

Alla prossima!

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