Ipotesi su presente e futuro del Mandic

Caro direttore

Forse non hai letto l’editoriale di Marco Calvetti sul quotidiano lecchese di qualche giorno fa. Altrimenti saresti sobbalzato sulla sedia. L’editorialista che mi sembra abbia lavorato anche con il tuo giornale chiude un articolo sulla sanità sostenendo che al Mandic il paziente fa una visita poi viene operato a Lecco e quindi torna a Merate per la riabilitazione. Scusa ma questo signore o non capisce la differenza tra un ospedale per acuti e uno per la lungodegenza oppure capisce benissimo e segue pari pari il disegno del “nostro” direttore generale.

Un medico del S.L. Mandic

In effetti non l’avevo letto ho dovuto recuperarlo. Sì Marco Calvetti ha percorso un pezzo di strada anche con noi, nel suo peregrinare da una testata all’altra. Resta un caro amico anche se ormai non ci si sente più. L’articolo è dei soliti ottimamente scritto ma in qualche punto discutibile sui contenuti. Marco sa scrivere il nulla in modo imbattibile. Qui scivola un po’ forse complice la campagna elettorale, forse a causa di un riavvicinamento del quotidiano a Mauro Piazza dopo un lungo periodo di purgatorio (pare risolto con una buona dose di pubblicità). Di sicuro quel passaggio è quanto di più pericoloso si possa leggere. Credo nella sua buona fede. Ma se dovesse passare questo principio salterebbe il DEA e con esso il ruolo di presidio di 1° livello. Di fatto diventerebbe un ospedale di comunità o un presidio ospedaliero territoriale, nelle numerose versioni lessicali. Il Mandic deve mantenere una chirurgia generale, con qualche specializzazione, una Ortopedia di elevata eccellenza in alcuni ambiti chirurgici (come di fatto è), una Ginecologia all’altezza dei suoi tempi migliori. Ma su tutto una cosa l’amico Calvetti sbaglia: se proprio al Mandic non è possibile farsi operare la gran parte degli utenti che provengono dai paesi confinanti della provincia di Monza e quelli che risiedono nell’Isola bergamasca andranno a Oreno o a ponte San Pietro. Non certo a Lecco. Ecco, qui sta il cuore della questione: se il Mandic arretra anche Lecco arretra. Che non lo voglia capire la direzione strategica ci sta. Ma Marco Calvetti questa dinamica la conosce bene. È un peccato che l’abbia scordata.

C.B.
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