Montevecchia: nel presepe della parrocchia la sacra grotta e sullo sfondo la cruda guerra


Da una parte l'oasi di serenità data dal quadretto della grotta di Betlemme con Maria, Giuseppe, Gesù Bambino e angeli, pastori e Re Magi a fare da cornice a questo momento che ha fermato le lancette della storia e da lì le ha fatte ripartire.

La grotta di Betlemme

I palazzi distrutti dalle bombe

Pastori e Magi si avvicinano al Bambinello

 

Carri armato a guardia della città

 

Sull'altro lato, invece, un palazzo ridotto a un colabrodo con la facciata annerita, senza più finestre né infissi. Uno scheletro in muratura dilaniato dalle bombe, spezzato dai colpi di mortaio e crivellatro dai proiettili dei mitra. Proprio di fronte un mezzo dei vigili del fuoco ribaltato e ormai inutilizzabile, qua e là macerie e devastazioni di ogni tipo e carri armato a presidiare i confini della città fantasma. E' la guerra che in 59 paesi ha fermato altre lancette, quelle della vita di migliaia di persone, immerse in una quotidianità fatta di semplici cose, ora passate in secondo piano: al primo posto adesso c'è la sopravvivenza.

 

 

Uno spaccato di due realtà che convivono a poche centinaia di chilometri e che è stato rappresentato nel presepe che si può ammirare ancora per qualche giorno all'ingresso della chiesa parrocchiale di Montevecchia. A suggerire il tema da inserire assieme alla natività, la guerra appunto, è stato il parroco don Fabio Biancaniello e a raccogliere la sfida nei pochi giorni a disposizione, è stato invece Gustavo Casiraghi, un residente che da qualche anno si occupa di realizzare il presepe per la comunità. Attenzione ai particolari, cura nella realizzazione dei dettagli, armonia, giochi di luce e ombra ben bilanciati, equilibrio nelle forme e in ciò che compone i paesaggi. Tutti elementi che il signor Casiraghi ha tenuto in considerazione e che ha saputo concretizzare nella pregevole realizzazione, originale e suggestiva.
"Non è stato facile e con un po' più di tempo a disposizione si sarebbe potuto fare meglio" ammette. Ma, diciamo noi, il risultato che si può ammirare lascia senza parole: per l'attenzione posta ai particolari, per l'originalità con cui sono stati pensati e poi inseriti nel contesto, per la fantasia avuta nel creare il quadro d'insieme.

E' un presepe che fa riflettere perchè racconta nel concreto questo nostro mondo dove un Dio vuole ancora nascere e dove l'uomo non smettere di combattere, dove un bambino riesce a radunare attorno a sé le persone che nel giorno di Natale a lui si dedicano e dove purtroppo c'è chi deve fare i conti con la fame, il freddo, la distruzione.

Ma, recita la scritta posta sopra il presepe, nonostante nel mondo ci siano 59 nazioni che vivono la guerra "Viene tra noi Gesù, il principe della Pace che dona a tutti la pace".

Un aereo sorvola la città distrutta dalle bombe e rade al suolo quel poco rimasto

Alla realizzazione del presepe hanno collaborato Luciano Conti, Marco Consonni, Maurizio Panzeri e Sandro.

S.V.
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