Replica al fantomatico signor Emilio sul RdC
Caro sig. Emilio, ma lei come ragiona? Dagli esempi che fa richiamandosi ai nostri storici migranti sembra voler sostenere che il patire situazioni di precarietà e ingiustizia rappresenti una condizione umana inevitabile. Come dire che se in passato la schiavitù e lo sfruttamento erano considerati “normali” e praticabili allora anche oggi sia realisticamente giusto rassegnarsi a tali condizioni. O come sia condivisibile la valutazione di chi, avendo subito certe situazioni, ritenga giusto che anche gli altri, per un mal interpretato spirito di uguaglianza al ribasso, le subiscano. Ma si rende conto che lei così giustifica la persistenza di condizioni peggiori di convivenza civile degna di tale nome? Certo che per garantirsi una dignitosa sopravvivenza – fatta di diritti ma anche di doveri - , come anche quella della propria famiglia, ognuno debba cercare d'arrabattarsi alla meglio ma è giusta una realtà sociale che costringa ad accettare forme non eque di lavoro senza garantire un salario minimamente dignitoso per l'esistenza (questione che non casualmente abbinavo nel mio scritto e che lei si guarda bene dal considerare nel suo)? E uno Stato che abolisca con artifici dialettici (il termine “occupabili”) una tutela minima già presente in quasi tutti gli Stati europei (finendo così col favorire lo sfruttamento) e di fatto, ignorando la condizione di milioni di cittadini più poveri ( tutti sul divano ad “arricchirsi” con ben 550 euro medi al mese ?) si può ancora definire civile ed equo? Soprattutto se non garantisce a compensazione reali ed effettive possibilità alternative di auto sostentamento? Sul “tasso di cristianesimo” su cui lei sembra non capire: è vero o non è vero che un certo Gesù di Nazareth si è sempre schierato dalla parte degli ultimi e dei derelitti? Proprio per questo chiedevo pubblicamente conto ad uno dei nostri rappresentanti territoriali in Parlamento, che non fa mistero d'ispirarsi al cristianesimo, se si sentisse coerente. Inoltre basterebbe leggersi l'art.3 della nostra preziosissima Costituzione “ Tutti i cittadini hanno pari dignità di fronte alla legge …... E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese”. Come cittadino, cercando di confrontarmi applicando anche il principio cristiano della reciproca correzione fraterna, indicavo nome e cognome del destinatario, come anche evidenziavo i miei ( peraltro non sono meratese ma oggionese), in attesa di possibili risposte. Vedo che lei invece pratica sistematicamente un sostanziale anonimato, sostenendo in passato che le idee e le convinzioni sono buone o meno a prescindere da chi e come sono targate. Lascio a chi ci legge le relative valutazioni. Ciononostante approfitto per augurare a lei un Buon 2023, ma soprattutto lo auguro di cuore alla redazione di Merateonline ( e anche di Casate e Leccoonline) ringraziandola per il prezioso servizio informativo e anche un po' formativo che svolge.
Germano Bosisio