Sartirana: il cardinale Ravasi ricorda don Adriano ''discreto, quasi timido'' e svela il legame della comunità con Ratzinger


Un legame tra la comunità di Sartirana e Papa Ratzinger, che passa attraverso la chiesa di Mario Botta, voluta dal compianto don Adriano, e che è stato reso possibile grazie al cardinale Gianfranco Ravasi.


Il cardinale Gianfranco Ravasi

 

Le autorità cittadine


Quattro persone che hanno rappresentato, ciascuno con modalità proprie, un pezzo importante di storia e di valore per la parrocchia dei santi Pietro e Paolo dove quest'oggi è stato proprio l'alto prelato, ex prefetto della biblioteca ambrosiana e presidente emerito del Pontificio consiglio della cultura, a officiare come da tradizione la Messa del primo giorno dell'anno.
Una funzione un po' "triste" svolta a poche ore dal funerale di don Adriano, nella chiesa che lui tanto aveva voluto e che ne ha ospitato l'ultimo transito terreno.


Nelle prime file l'ex presidente della RAI e ora direttrice di TG1 la cernuschese Monica Maggioni con i famigliari



"Lo sento idealmente come fosse qui alle mie spalle, come faceva sempre. Discreto, quasi timido ma non distaccato anzi con la sua identità tipica che erano la discrezione, la finezza, la delicatezza. Era lì in silenzio" ha detto ricordando il sacerdote scomparso all'età di 83 anni di cui una quarantina trascorsi alla guida della frazione. Proprio mentre si celebrava il suo funerale, dal Vaticano giungeva la notizia della morte di Pontefice emerito.

"C'è un segno che collega Sartirana a Papa Ratzinger e viceversa" ha svelato ricordando l'istituzione del premio intitolato proprio a Benedetto XVI che nel 2018 fu assegnato, su proposta di Ravasi, all'architetto Mario Botta, professionista di fama internazionale noto per la sua capacità di coniugare gli spazi della celebrazione con la sacralità della liturgia.
"In quell'occasione ho avuto modo di comunicare al Papa che nella mia città c'era la prima chiesa realizzata da Mario Botta. E quindi ecco il legame che vi unisce con il Pontefice".

Nel corso della sua omelia Ravasi ha anche parlato dell'importanza del ricordo in un "tempo smemorato".
Proseguendo nel commento alle letture il cardinale, che lo scorso ottobre ha compiuto ottant'anni, ha posto l'attenzione su due concetti: quello del lavoro e quello della famiglia.

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Parlando di lavoro ha preso ad esempio le figure dei pastori, persone senza diritti né tutele, visti male perchè con le loro greggi invadevano i campi altrui, e dunque il pensiero è andato a chi oggi non trova una occupazione dignitosa o, peggio, ne trova una che svilisce la sua dignità.

Gli ex sindaci Andrea Massironi e Dario Perego

La seconda riflessione è partita da Maria per concentrarsi sulla famiglia, una grande istituzione ora in crisi, che sta vivendo un "inverno demografico", dove manca il dialogo e dove spesso c'è indifferenza.
Al termine della celebrazione dopo la benedizione, il prelato si è intrattenuto per i saluti di rito ai piedi dell'altare.

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S.V.
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