Merate: i cinque sacerdoti storici arrivati negli anni settanta che hanno segnato il cammino delle comunità e delle persone

Don Adriano era l'ultimo dei sacerdoti "storici" giunti in città negli anni Settanta e un po' rappresentava ancora la figura del prete tutto d'un pezzo, con l'abito talare nero e il collarino bianco stretto attorno al collo anche quando il sole picchiava a 40 gradi. Ai "suoi" tempi le parrocchie erano ancora comunità a sé, quasi dei piccoli "fortini" (ci si passi il termine bellico) perchè poche erano le condivisioni di persone e risorse. Diversamente da oggi che con le unità o le comunità pastorali, c'è un responsabile e degli "amministratori" parrocchiali, in genere preti anziani o in quiescenza, che aiutano delle celebrazioni delle funzioni, e interi settori della vita comunitaria vengono svolti assieme.


Don Angelo, don Felice, don Enrico, don Pietro e don Adriano


Don Adriano, classe 1939, era arrivato in città nel 1977 ed era stato assegnato alla parrocchia di Sartirana, a quei tempi ancora dipendente dal decanato di Brivio.

Il primo ad avere messo piede a Merate era stato don Angelo Francesco Cazzaniga, classe 1931, scomparso nel 2005 e che il vescovo nel 1968 aveva assegnato alla piccola comunità di santo Stefano in Novate brianza. Qui era rimasto fino alla morte, passando solo nell'ultimo anno il testimone a monsignor Renzo Cavallini che aveva poi guidato la parrocchia.

Nel 1972 era arrivato don Felice Viasco, classe 1928, e scomparso nel 2019. A Merate era rimasto fino al 2005 quando era stato nominato canonico del Duomo. Prevosto di sant'Ambrogio era anche stato alla guida del decanato di Merate.

Nel 1976 alla città erano stati assegnati infine don Pietro Masetti, classe 1930, e scomparso nel 2016, a servizio della parrocchia di sant'Ambrogio e don Enrico Mellera, classe 1928, morto nel 2011, storica guida della comunità di san Giorgio di Pagnano.
Cinque sacerdoti che sono stati sia per la lunga permanenza in città che per il temperamento, delle figure rimaste nella storia dei paesi e nei cuori della loro gente.
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