Don Adriano, sempre sorridente e con quell'accento un po' così. Ciao, saluta anche i miei lassù

Le campane dell'agonia suonano e come ci hanno insegnato i nostri nonni, se il suono è breve è morto un uomo ma se il suono lungo è una donna. Mentre riassetto casa ascolto e non so il perché capisco che ci ha lasciati un uomo e penso a chi sta male in questo momento e poi penso al mio Don. No, non può essere lui, dico tra me e me, è un prete, probabilmente il suono delle campane potrebbe essere diverso, invece.. arrivano dei messaggi, prima ancora di aprirlo leggo le prime parole.."purtroppo devo comunicarvi..."

 Apro il messaggio e leggo il nome del Don Adriano e non posso crederci, il mio Don, uomo umile e mite, buono e grande religioso, il prete di campagna che tutti vorrebbero avere e nella mente tanti ricordi.

Lui arriva da noi nel 1977 e mio papà con Pinuccio lo scortano con le loro potenti moto. Io dietro a papà sino a Brivio e al ritorno su un'auto perché "sei una donna, meglio solo uomini che accompagnano questo nuovo prete"..

Sempre sorridente e con quell'accento comasco, diverso dal nostro e che nonostante gli anni non ha mai perso, con quella voce bassa e sottile, calma e tranquilla mentre attraversava la piazza tra una Chiesa e l'altra e poi verso l'albergo Leoni.

Non mancava di un piccolo libro in regalo per mia nipotina e non mancava mai la telefonata a mia mamma il 17 agosto, compleanno di entrambi.." pronto, Mariuccia ..auguri.." e lì la loro telefonata da persone umili, buone e contenti di essere nati lo stesso giorno.

Era bello parlare con lui, cercava di darmi consigli e se mi vedeva arrabbiata, mi diceva sempre" prega ul Signor e la Madona, sta calma che te ghet la tua niputina in sci' brava ".

Quando è morto papà, ci è stato vicino e ogni volta che ci vedevamo mi raccontava del "baffone" che aveva conosciuto proprio nel giorno del suo arrivo da noi..

La confessione era un nomento particolare, che da solo diceva tutto di don Adriano: Don, sono io (mi riconosceva al telefono!), quando ci sei che passo mi devo confessare? E lui."te speci, ve su dai all'ora de pranz va be'?" Mi dava la benedizione e iniziava la confessione. Immancabilmente suonava il telefono. Don. non rispondere poi scordo i peccati!"... "Don, cavolo sono ancora qui, hai dimenticato la penitenza. "Va in gesa quan te voret e de ave Maria ala Madona che la te vuta'" (non so scrivere in dialetto, ma questo è il senso!)

Quanto era tenero con i bimbi e con le persone anziane, la sua bontà la si vedeva anche con le parole che diceva a loro.

Quanti bei ricordi che tengo nel cuore!

Non ci sono molti preti come lui, Don Adriano è stato speciale per tutti noi e tutta la parrocchia gli ha sempre voluto molto bene.

Ciao Don, sarai vicino alla tua cara mamma e papà e già che ci sei saluta i miei e fatti portare dal "baffo" a fare un giro in moto tra le nuvole e da lassù proteggi tutti noi che non ti dimenticheremo mai.

Luisa Biella
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