Comodamente sedute/72: per questo Natale circondiamoci di tenerezza e belle persone


C’è un film che amo molto e che ogni Natale riguardo volentieri, perché sì, ha un risvolto un po’ sdolcinato come tutti i film natalizi, però è davvero anche molto divertente.
Non so se lo conoscete si intitola Fuga dal Natale, è uscito nel 2004 ed è tratto dall’omonimo libro di John Grisham (autore che io amo molto peraltro!)
La trama è molto semplice.
Ogni anno, in occasione del Natale, nelle case di Hemlock Street, a Chicago, tutti gli abitanti della strada sono impegnati ad addobbare le case con luci e festoni e ognuno espone sul proprio tetto ‘Frosty’, il pupazzo di neve illuminato di cui tutti vanno fieri. Ma quest’anno la coppia Luther e Nora Krank, sola poiché la figlia è in Perù per una missione di volontariato, ha deciso di trascorrere le feste al caldo sole dei Caraibi. La notizia sconvolge tutto il vicinato che si scatena contro la coppia fermamente decisa a farle cambiare idea. Alla fine dovranno fare i conti con un piccolo imprevisto che scombussolerà i loro eventi, ma che farà risplendere il vero significato del Natale.
Amo molto questo film perché per molti anni (e ancora oggi), in prossimità del Natale ho provato quello strano desiderio di fuggire e non perché lo detesti, anzi, è in assoluto la festa che amo più al mondo, ma non mi piace la corsa contro il tempo che vedo scatenarsi intorno a me e che mi mette un’ansia che non vi dico anche perché stride proprio con quella pace del cuore che ciascuno di noi dovrebbe sperimentare soprattutto in questo periodo.
Insomma ho sempre avuto l’impressione che tante persone come me si sentissero un po’intrappolate dentro una tradizione che in realtà sentivano un po’stretta senza trovare la forza di opporsi per cambiare le cose.
Io ad esempio mal sopporto il pranzo di Natale, così lungo e così esagerato e per questo molti anni fa d’accordo con mio marito avevamo preso la decisione di trascorrerlo solo con i nostri figli, così che dopo un pranzo “normale”, potevamo dedicare il pomeriggio a qualcosa di piacevole, magari comodamente seduti sul divano con coperta, tè caldo e biscotti.
Insomma ho sempre pensato che il giorno di Natale fosse per noi e non viceversa.
Mi dicevo: “Perché a Natale ciascuno non può sentirsi libero di fare quello che preferisce fare?”
Poi però è arrivato il Natale 2020 con il Covid e ha stravolto tutto.
Ci ha derubato più di ogni altra cosa della libertà di decidere come e soprattutto con chi trascorrere il giorno di Natale.
Allora ho pensato: e se questo Natale del presente ci aiutasse a ripensare ai nostri Natali passati e ad aggiustare il tiro sui nostri Natali futuri?
Come vogliamo davvero che sia il nostro giorno di Natale?
E come possiamo adoperarci perché sia un giorno davvero speciale?

E se l’anno prossimo finalmente trovassimo il coraggio di andare ai Caraibi senza timore di scandalizzare nessuno?
E se la smettessimo di subire infiniti pranzi con parenti con i quali non abbiamo nulla da condividere e lo organizzassimo con le persone che davvero ci stanno a cuore?
È il Natale nel cuore che infonde il Natale nell’aria.
William Thomas Ellis

Allora ecco il mio augurio di Natale per voi, cari lettori.
Per questo Natale, circondiamoci di tenerezza, di belle persone, di splendidi libri da leggere e film da guardare, di profumo di cibo buono, di animali che ci amano a prescindere, di casa accogliente e di sonni ristoratori.
Circondiamoci di persone come Giuseppe, persone che ci abbiano a cuore senza fare troppe domande, senza pretendere nulla in cambio, senza cercare di cambiarci.
Persone che si prendano cura di noi, che comprendano i nostri bisogni, o che non li comprendano affatto ma non per questo muovano accuse o rimproveri.
Persone generose, gentili, amorevoli che diano un senso al nostro andare, ai nostri risvegli la mattina, ai nostri sogni la sera.
Persone che ci sappiano sollevare dalla stanchezza che certi giorni offusca i pensieri, che sappiano trasformare una giornata faticosa, in una giornata leggera e luminosa.
Per questo Natale, impariamo da Maria: lasciamoci aiutare, cediamo alla debolezza, accettiamo di essere fragili e di avere disperatamente bisogno di una mano tesa, di un abbraccio, di un sorriso.
Impariamo da Maria, mettendo da parte l’imbarazzo, riconoscendo l’amore di chi ci sta accanto, accettandolo, utilizzandoli per trasformare i nostri giorni in occasioni di pura felicità.
Addormentiamoci senza il timore di aver lasciato cose incompiute.
E dopo che avremo fatto tutto questo nel giorno di Natale, per quanto possibile, continuiamo a farlo ogni giorno della nostra vita.
Buon Natale e arrivederci al prossimo anno.
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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