Il piano antenne è superfluo

Ho assistito alla serata a Osnago, mi è sembrato tardi per intervenire, mi dispiace, tutti erano troppo ben disposti a tirar fuori i soldi della comunità. Le presentazioni commerciali di prodotti miracolosi, o di servizi improbabili, avvengono perlopiù nelle case e nei mercati, raramente coinvolgono le istituzioni. Gli imbonitori usano arzigogoli e prodigi per vendere i loro prodotti, manipolano gli astanti e li intrattengono con l'obbiettivo di ottenere fiducia, denaro e fedeltà. Molti di noi ci cascano credendo di aver colto il senso recondito del giro di parole, ben composto da notizie fuorvianti, divagazioni e rivelazioni insussistenti, ma è soprattutto per la fretta che si firmano i contratti, e la pressione psicologica di fronte alla fatica di approfondire gli argomenti. Nella fattispecie il piano antenne fa leva su un certo neoidealismo spirituale che spinge l'individuo a rifiutare legge, scienza e persino natura. Le leggi europee e italiane stabiliscono esattamente quali debbano essere le emissioni elettromagnetiche di ciascun elettrodomestico, pure i macina-caffè rispettano le regole, e sono disciplinate anche la potenza e la distribuzione delle antenne per le telecomunicazioni, non è possibile piazzare antenne oltremodo potenti. Ciò a protezione della salute e della sicurezza pubblica. LA legge tutela la nostra salute e ogni bravo patriota sa che controlli sulle frequenze radio vengono svolti anche da enti al di sopra di tutto come l'esercito. Non esistono antenne che trasformano le case in forni a microonde, non esistono affatto! Potremmo discutere dell'impatto estetico di una grande antenna ma i comuni hanno gli strumenti per tutelare il patrimonio culturale e storico dei nostri paesi. Il piano antenne dei comuni che va tanto di moda, pagato a rate o per intero, è sostanzialmente inutile per i cittadini, ha scarsi risvolti pratici per le istituzioni, può sembrare comodo per gli operatori telefonici ma è indispensabile a chi li redige e cerca soldi da tutti e tre i soggetti. Uno sciupio che non mette in crisi le casse comunali ma ci indica quanto sia facile per un amministratore decidere e spendere i soldi pubblici senza il giusto confronto con i cittadini che lavorano, guadagnano, contribuiscono e vogliono i proprio soldi spesi bene
Mario
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.