Paderno: processo per la rapina di 9 anni fa da 'Non solo fumo'. In aula le vittime

Come ha sottolineato la vittima, accomodandosi al microfono, sono passati ben nove anni e mezzo. A distanza di così tanto tempo dal fatto, quest'oggi in Tribunale a Lecco si è aperto il procedimento penale intentato nei confronti di Michele Schettini, nipote del collaboratore di giustizia "Tonino" Schettini, a processo per una rapina a mano armata andata in scena l'11 aprile 2013 tra le mura della tabaccheria "Non solo fumo" di Paderno d'Adda.

Due i soggetti rinviati a giudizio per quell'episodio, fruttato alla coppia entrata in azione poco meno di 6.000 euro. Oltre a Schettini, è in attesa di definire la propria situazione anche Mario Errichiello, la cui posizione, avendo optato per un rito alternativo, è stata stralciata, con sentenza prevista però per il prossimo 2 febbraio, in contemporanea con la chiusura dell'istruttoria a carico dell'originale coimputato, oggi non presente personalmente in Aula. Proprio per sentire il giovanotto e una teste ritenuta "chiave" dalla Procura - oggi rappresentata dal sostituto Pasquale Gaspare Esposito, al suo esordio al cospetto del Collegio giudicante del Tribunale di Lecco - la causa è stata aggiornata al 22 dicembre. Nel mentre, quest'oggi, l'accaduto è stato ricostruito: nella versione resa dalle due persone offese - padre e figlio, titolari della tabaccheria - quella sera, poco prima della chiusura, due uomini con il volto travisato avrebbero varcato l'uscio del negozio, uno puntando un coltello all'indirizzo del più giovane dei due esercenti intimandogli la consegna dell'incasso, l'altro spianando una pistola all'altezza dalla tempia del più anziano. "Stai fermo, se no ti sparo" avrebbe detto per evitare reazioni. Una frase che ha portato il tabaccaio a ipotizzare di aver avuto - suo malgrado - a che fare con soggetti italiani, con inflessione del nord Italia. Nessun altro elemento è stato fornito dalle vittime per l'identificazione dei due rapinatori. A Schettini (e Errichiello) sono arrivati però i Carabinieri di Zogno, già al tempo sulle tracce di una banda di ragazzi dediti a questo genere di "incursioni" in terra bergamasca con un colpo simile commesso a marzo a Villa d'Adda e un ulteriore assalto messo a segno poi a maggio a Solza, a seguito del quale scattarono anche degli arresti, come spiegato dal luogotenente introdotto dalla pubblica accusa. La divisa ha tratteggiato gli "indizi" raccolti dagli inquirenti, sottolineando in particolare l'importanza dei video registrati dal circuito di videosorveglianza della tabaccheria e del vicino "bar h.24", un locale con erogatrici automatiche di cibo e bevande sempre in funzione. I due rapinatori, prima di entrare in azione, si sarebbero infatti fatti accendere una sigaretta da dei giovani intenti a bere un caffè, a volto scoperto ovviamente. Del trio di ragazzi faceva parte la donna oggi non comparsa in Aula in quanto residente a Londra, che avrebbe riconosciuto Schettini. Per sentirla e per l'esame dell'imputato, assistito dall'avvocato Luca Del Bue del Foro di Bergamo, come anticipato, si tornerà in Aula il 22 dicembre.
A. M.
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