Confindustria, bilancio di fine anno. Il presidente Agostoni: ''Resistere e ripartire dalle persone''. Una ''nota'' alle scuole
Il rallentamento c'è, ma contenuto. Se il 78% delle imprese lecchesi e valtellinesi fa registrare una riduzione «più o meno grave» del margine di guadagno, per due terzi delle aziende l'andamento è da considerarsi uguale o migliore rispetto all'anno precedente. «Certo non è una situazione che fa stare tranquilli - commenta Plinio Agostoni, presidente di Confindustria Lecco-Sondrio - e anche se il futuro non è prevedibile in senso pieno, non vedo disastri all'orizzonte». Anzi, secondo Agostoni il problema delle imprese, ancora prima dell'aumento dei costi dell'energia, è la difficoltà nel reperire mano d'opera specializzata e anche «non tanto specializzata». E se troppi giovani non vogliono più fare l'operaio, le responsabilità sono del sistema scolastico che vede ancora la fabbrica in termini ottocenteschi, che è ingessato, sindacalizzato, appiattito.
Il presidente Plinio Agostoni
Tradizionale appuntamento per gli auguri natalizi con la stampa alla sede di Confindustria in via Caprera a Lecco, occasione per tirare le somme di un anno di andamento economico del territorio e un bilancio dell'attività dell'associazione imprenditoriale e quest'anno per il presidente Agostoni si è trattato di un debutto, essendo alla testa degli industriali locali da giugno, quando è succeduto a Lorenzo Riva. L'incontro è stato aperto con la riproposizione dello slogan che aveva accompagnato l'assemblea congiunta tra le associazioni confindustriali di Lecco-Sondrio e di Como tenutasi a Lariofiere a Erba lo scorso mese di novembre e che era stato quasi un festival dell'orgoglio industriali con l'intervento del presidente nazionale Carlo Bonomi. "Ripartire dalla persona" era stato il messaggio lanciato quale formula per uscire da questi anni contrassegnati dalla pandemia di covid, dalla guerra in Ucraina con tutto quanto l'una e l'altra si sono portate appresso per il sistema economico globale. Secondo Agostoni «ci sono sempre momenti difficili, ma quando la realtà provoca, tutti noi siamo chiamati a rispondere, a resistere, a essere più forti della realtà. E allora, appunto, ripartire dalle persone non in senso intimistico ma legato a una concezione della storia in cui l'uomo è chiamato a essere protagonista. E la tecnologia che mette a disposizioni dell'uomo strumenti per intervenire profondamente nella realtà, richiede anche che l'uomo abbia una maggiore coscienza di sé, abbia appunto la coscienza degli strumenti che ha in mano. Ed ecco quindi il bisogno di educazione, formazione, umanesimo». Ed è proprio su questo ragionamento che il presidente confindustriale innesta la sua critica alla scuola che non stimola i giovani a sviluppare uno spirito imprenditoriale e a rischiare, portandoli invece a privilegiare il benessere personale rispetto ai "contenuti"» di un lavoro o una professione. Relativamente alla congiuntura economica, i dati di novembre fanno registrare il continuo peggioramento dei vari indicatori di rilevazione per quanto il quadro occupazionale dimostri una sostanziale tenuta, «a conferma - l'analisi di Agostoni - che il tessuto economico del territorio è sano e che il rallentamento non dipende da problemi strutturali, ma dalle ben note criticità di natura esterna. La prospettiva per il futuro non è quindi cupa, nonostante il permanere di elementi preoccupanti: gli elevati costi di energia elettrica e del gas, nel lungo periodo non sostenibili per molte aziende, le distorsioni sulle catene di fornitura e la contrazione della redditività aziendale determinata dai maggiori costi operativi. Anche per questo avremmo voluto una legge di bilancio più coraggiosa, con uno sforzo maggiore per gli obiettivi prioritari della crescita e del lavoro».
Il direttore Giulio Sirtori
A proposito di occupazione, inoltre, il direttore generale dell'associazione imprenditoriale Giulio Sirtori sottolinea come si registrino «diversi casi di aziende che indicano di aver accresciuto i propri organici, mentre resta limitato il ricorso agli ammortizzatori sociali». Restano pesanti le conseguenze della guerra ucraina (il 27% delle imprese ha registrato una contrazione della propria quota di export verso i Paesi coinvolti e il 23% ha avuto problemi nell'approvvigionamento di materie prime). A proposito di problemi energetici, Agostoni ha stigmatizzato l'assenza dell'Europa. Infine, un accenno anche al Lecco Film Fest, l'iniziativa che, organizzata dal prevosto don Davide Milani, Confindustria lecchese ha sostenuto e promosso senza riserve fin dal suo esordio nel 2020. E che qualche mugugno deve avere sollevato in seno all'associazione, se il neopresidente Agostoni, nel confermare il sostegno all'iniziativa «non per semplice mecenatismo», ha ricordato come ci sia stato chi si è chiesto cosa c'entrasse la Confindustria con un festival cinematografico: «C'entra, c'entra - la conclusione - perché introduce una possibilità di riflessione e cultura. E la città l'ha recepita, non soltanto per la quantità degli eventi, ma anche per il numero di persone coinvolte, per il numero di volontari. E c'è un ritorno anche per le imprese: perché se Lecco diventa un paesino, le imprese ci perdono; se invece diventa una città di riferimento, anche le imprese ci guadagnano. Perché serve gente che abbia consapevolezza di sé e tutto ciò che è utile a questo scopo è opportuno».
D.C.