Unione: ex amministratori di S. Maria Hoè ai sindaci, fermatevi e tornare a discutere


Marco Panzeri e Efrem Brambilla durante la cerimonia pubblica, lo scorso IV novembre

 

Le recenti sedute consiliari sembrano sancire in maniera irrecuperabile la fine dell'Unione dei Comuni della Valletta. Una operazione coraggiosa di molti anni fa che mirava a razionalizzare i servizi al cittadino unendo le forze di enti pubblici piccolissimi, e come tali impossibilitati a disporre di risorse umane adeguate per numero e competenza specifica. L'aggressione all'Unione porta la firma di Efrem Brambilla che sembra sempre più travolto dal ruolo di "podestà" del suo paese, privo peraltro com'è di opposizione consiliare. Una svolta pericolosa per la cittadinanza, una retromarcia inconcepibile in una fase dove senza cancellare identità e campanili, si può e si deve mettere assieme più risorse possibili per affrontare le problematiche sempre più complesse. Sul tema che tiene banco ormai da parecchie settimane sono intervenuti alcuni noti personaggi di Santa Maria, ex sindaci tra cui Roberto Corbetta e Gilberto Tavola per mettere in guardia l'Amministrazione di Santa Maria su una scelta autarchica oggi del tutto anacronistica.

Egregio
Signor Sindaco
Comune di Santa Maria Hoè
 

Egregio
Signor Sindaco
Comune di La Valletta Brianza




Cari Sindaci,

Salvo ripensamenti dell’ultima ora, fra pochi giorni verrà data concreta attuazione alla decisione assunta dal Comune di Santa Maria Hoè di recedere, seppur parzialmente, dalla convenzione stipulata nel 2002 con gli ex Comuni di Rovagnate e Perego e che aveva dato vita all’Unione dei Comuni Lombarda della Valletta.

Ciò comporterà, inevitabilmente, una parziale (per ora) disgregazione dell’Unione della Valletta destinata, con ogni probabilità, a creare non poche difficoltà di funzionamento non tanto all’Unione (e al Comune di La Valletta) ma, soprattutto, al nostro Comune che si vedrà costretto, nel volgere di breve tempo, a riorganizzare, ex novo, non solo i servizi sottratti all’Unione ma, molto probabilmente, anche l’intera macchina amministrativa.

Nonostante le ampie rassicurazioni fornite dal nostro Sindaco, crediamo e temiamo che nei prossimi mesi i cittadini del nostro Comune toccheranno con mano le conseguenze negative di una scelta che, a nostro giudizio, non è certo il frutto di lungimiranza politica ma è, purtroppo, la conseguenza di una presa di posizione di chi al dialogo e alla mediazione ha preferito adottare la tecnica del “muro contro muro” che, alla fine, si è rivelata del tutto inutile e controproducente.

Certo, siamo consapevoli che anche all’interno dell’Unione non tutto è perfetto e che anzi, negli ultimi anni, la gestione dei servizi associati aveva, molto probabilmente, evidenziato alcune criticità, ma è altrettanto evidente che le difficoltà, di qualunque natura esse siano, avrebbero dovuto fungere da stimolo per un miglioramento della gestione associata dei servizi e, più in generale, del funzionamento dell’Unione piuttosto che essere utilizzate come alibi per avviare un processo (contrario) di disgregazione che segna e segnerà inesorabilmente il destino dell’Unione stessa.

Con altrettanta franchezza ed obiettività dobbiamo riconoscere che se siamo arrivati a questo punto, non tutte le colpe e non tutte le responsabilità possono ricadere sugli amministratori del nostro Comune (si è soliti dire che quando due si separano la colpa non ricade mai tutta sull’uno o sull’altro) ma è certo che il nostro Comune ha la responsabilità di aver avviato per primo il processo di disgregazione scartando a priori e senza ragione tutte le alternative possibili e, soprattutto, non prendendo neppure in considerazione la possibilità di “sedersi intorno a un tavolo” e cercare di ricostruire piuttosto che distruggere quello che, a fatica, si è cercato di creare ormai vent’anni orsono, tracciando peraltro un solco seguito poi da molte altre amministrazioni.

Siamo fermamente convinti che la scelta di oggi di tornare al nostro piccolo Comune sia del tutto anacronistica posto che i piccoli comuni, anche a fronte di ristrettezze, via via sempre più vincolanti e stringenti, non sono più in grado di far fronte, da soli, alle sfide, sempre più impegnative, che ci attendono in un futuro anche non lontano.

Viva in noi è la preoccupazione per quello che potrà accadere già a partire dai prossimi mesi ed è un sentimento che accomuna molti, anche se la maggioranza dei nostri concittadini sembra silente (forse perché convinta che tale processo di disgregazione sia, ormai, inevitabile).

Invece, mai come oggi si può pensare che … l’unione fa la forza!

E allora fermatevi, siete ancora in tempo.

Provate a buttarvi alle spalle tutto ciò che è stato, le diatribe personali, le questioni di principio, i falsi alibi e, perché no, anche il campanilismo (almeno quello più becero), scansate quella facile demagogia populista tanto in voga al giorno d’oggi e provate a pensare invece alle generazioni future, a quello che sarà non fra un anno o due ma fra dieci o venti, senza farvi sopraffare o condizionare dalle logiche del momento, dai like dell’ultima ora che non danno certezze ma, soprattutto, non hanno prospettiva e, ancor meno, fondamento.

In altre parole, siate lungimiranti (come disse qualcuno) e lavorate per il bene presente ma, soprattutto, futuro della Vostra Comunità.

Se necessario, prendetevi anche un anno “sabbatico” e provate a ripensare l’Unione come strumento indispensabile per poter garantire ai cittadini i servizi di cui hanno bisogno.

Provate a ricostruire prima di distruggere definitivamente l’Unione perché (Manzoni insegna) …questo divorzio non s’ha da fare!

In caso contrario, prima o poi, sarete chiamati a render conto ai vostri Cittadini.

S. Maria Hoè, 12.12.2022

 

Roberto Corbetta                                                                  Fabiana Tavola
Gilberto Tavola                                                                     Giovanni Marucci
Mario Brambilla                                                                   Gianfranco Barbieri
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