L'Unione si pone tra isolamento e fusione

Nulla di nuovo, intendiamoci. Ci sono situazioni che portano soggetti già di per sé, diciamo così, "bizzarri" ad assumere atteggiamenti a dir poco singolari. Avere vinto le elezioni senza concorrenti non ha giovato a Efrem Brambilla nel mantenere una visione territoriale anzichè una prospettiva miope che inizia e finisce lungo il perimetro comunale. Di bizzarrie di questo giovane sindaco ne abbiamo già viste ma tutto sommato nella sfera privata ciascuno fa come vuole e al più concede a terzi spazi di buonumore. Ma la vicenda dell'Unione non può passare sotto silenzio. Chi scrive è contrario alle fusioni ma fermo agli anni ottanta quando Giovanni Maldini, allora sindaco di Casatenovo, teorizzava la "grande Brianza", una città composta da tanti campanili ciascuno col proprio nome e ciascuno in grado di offrire i servizi più prossimi al cittadino. Mentre i grandi temi sovracomunali, dall'urbanistica per la gestione ottimale e coerente del territorio, alla viabilità, dai trasporti ai centri sportivi, dalla finanza alle opere pubbliche, erano da centralizzare per una razionale gestione dei problemi comuni a tutti, disponendo di livelli professionali molto elevati. Cosa che i piccoli comuni non possono disporre. L'azione centripeta di Brambilla va nella direzione esattamente opposta. Riuscirà certamente a ottenere consensi con una miriade di piccoli lavori svolti col fotografo al seguito ma non darà mai un respiro ampio al paese, una visione sovracomunale capace di sviluppare tematiche complesse e offrire servizi sempre più efficienti per il cui allestimento occorrono risorse rilevanti. Riveda la sua posizione, pur considerando il non facile carattere del sindaco di La valletta Marco Panzeri. Di questi tempi l'unione si pone come soluzione accettabile tra l'isolamento e la fusione.
C.B.
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