Osnago: l'iniziativa ''Siamo fritti'' con Polab all'attenzione dei sindaci Brivio e Citterio
Si è tornati a parlare di rete 5G presso la sala civica di Osnago nella serata di martedì 13 dicembre. L’incontro, denominato “Siamo fritti” e organizzato dal Comitato Tutela Salute Pubblica, ha visto la partecipazione del dottor Alfio Turco – già incontrato in sede di Conferenza dei sindaci da alcuni primi cittadini del territorio – della società Polab, nata nel 2001 in provincia di Pisa. Fornendo consulenza tecnica in modo esclusivo alle pubbliche amministrazioni, l’azienda ha prestato supporto specialistico a Comuni in 19 regioni d’Italia nella gestione della pianificazione delle reti di telefonia mobile, nei regolamenti, nei procedimenti amministrativi, nei rapporti con gli operatori di rete e nei contenziosi.
A destra Alfio Turco
Inoltre Polab, negli ultimi due anni, a fronte dei numerosi provvedimenti e tentativi da parte del Governo e del Parlamento di innalzare i limiti di legge di esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici, si è mobilitata con appelli ai sindaci, con un audizione in Parlamento, una conferenza stampa in Senato, con consulenze su proposte legislative, offrendo formazione a gruppi politici e con la divulgazione attraverso associazioni. Ed proprio dalla normativa italiana – dal dottor Turco definita “nutrita, ma lacunosa” – che è iniziata la sua relazione molto tecnica in materia di “azioni efficaci per la gestione comunale delle reti di Telecomunicazione nell’epoca del 5G”.
Per quanto concerne la pianificazione comunale – ha spiegato il dottor Turco – l’intero quadro normativo è schematizzabile in due parti. La prima, quella di ruoli e competenze, si basa sulla Legge quadro n. 36 del 2001, rafforzata però nel 2020, prevedendo all’articolo 8 che “i comuni possono adottare un regolamento per assicurare il corretto insediamento urbanistico e territoriale degli impianti e minimizzare l’esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici con riferimento a siti sensibili individuati in modo specifico, con esclusione della possibilità di introdurre limitazioni alla localizzazione in aree generalizzate del territorio di stazioni radio base per reti di comunicazioni elettroniche di qualsiasi tipologia e, in ogni caso, di incidere, anche in via indiretta o mediante provvedimenti contingibili e urgenti, sui limiti di esposizione a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici, sui valori di attenzione e sugli obiettivi di qualità, riservati allo Stato”.
Ripercorrendo i passaggi normativi per quanto in capo a Stato, Regione e Comune, il dottor Turco è giunto al nocciolo della questione. Cosa succede nei Comuni se la Regione non detta dei criteri in materia di installazione di impianti? Se non si realizza una disciplina locale, le aziende possono basarsi su propri criteri per individuare dove installare antenne. Ma se i Comuni adottano un piano che detta quali sono i luoghi ritenuti adeguati all’installazione, le aziende devono rispettarlo.
Il dottor Turco ha rammentato che la telefonia mobile, per quanto indispensabile nel lavoro e nella vita quotidiana, resta pur sempre un servizio privato, nonostante ormai sia equiparabile a servizi come la viabilità. Data la sua importanza però è un tema delicato, soprattutto per il fatto che sono molte le persone che vogliono un servizio efficiente ma allo stesso tempo vogliono evitare di essere soggette a radiazioni.
“Non vogliamo demonizzare una tecnologia – ha spiegato il dottor Turco, – vogliamo solo armonizzare un processo”. Adottare un piano, infatti – ha continuato – significa solo andare ad analizzare prima il territorio nel suo complesso e nell’insieme di tutte le reti degli operatori contemporaneamente, poi determinare quali ricadute ci potrebbero essere sui siti sensibili. Il tutto viene rafforzato se le analisi e lo studio preliminare del territorio e di organizzazione urbanistica degli impianti è in grado di avvalersi di strumenti consolidati e qualificati, in grado di evidenziare gli impatti elettromagnetici e allo stesso tempo garantire la qualità dei servizi.
Ma come si redige un piano di questo tipo? Polab si è proposta di affiancare gruppi di tecnici in Regione per creare una metodologia, un processo e supportare i Comuni, i quali, ha detto l’ospite “hanno bisogno di una linea guida”. Sono proprio questi piccoli enti infatti a incappare in una serie di problematiche come le autorizzazioni agli operatori, la gestione delle procedure amministrative per la conformità ai requisiti normativi, la gestione dell’impatto sociale per l’arrivo del nuovo impianto, la gestione del rapporto contrattuale se la localizzazione è comunale, i procedimenti legali in caso di contenziosi e così via.
Il dottor Turco ha quindi spiegato che per redigere un piano solitamente si parte da una cartina dell’area, si raccolgono input locali per quanto riguarda la tutela di parti del territorio e altri aspetti, si inseriscono tutti gli impianti già esistenti, e quindi si inizia a posizionare “pallini” laddove si ritiene, a seguito di un’analisi tecnica, che potrebbero essere utili i nuovi impianti. A questo punto, a seguito di accurati studi, si può valutare quali sarebbero le ripercussioni sul territorio qualora si attivassero gli impianti previsti sulla cartina. “Con questo processo dinamico si applica un’analisi alle candidature dei nuovi impianti e si arriva a indicare quali sono le localizzazioni migliori, valutando tutte le soluzioni”.
Rispondendo alla domanda di una signora che ha citato gli esempi di Airuno e Montevecchia, il dottor Turco ha ricordato che per quanto concerne i vincoli paesaggistici è solitamente previsto che sul progetto di nuovi impianti si esprimano la Soprintendenza e gli enti di competenza delle aree, come potrebbe essere nel caso di un parco.
Presenti tra il pubblico anche il sindaco di Osnago Paolo Brivio e il consigliere di maggioranza Guido Raos, la sindaca di Lomagna Cristina Citterio e l’assessore all’Ambiente Simone Comi, l’assessore all’Ambiente di Cernusco Lombardone Andrea Passavanti, il capogruppo di minoranza di Cernusco Gabriele Gavazzi e l’ex consigliere Salvatore Krassowski, oltre che il capogruppo di minoranza di Osnago Marco Riva, accomodato però accanto al relatore. Proprio da parte di alcuni di loro sono pervenute domande, alcune più tecniche come quella del consigliere Raos, altre di carattere normativo, come quella dell’assessore Passavanti di Cernusco, che ha chiesto conferma del fatto che se un Comune non si attrezza con questo tipo di piano allora un operatore che installa antenne sul territorio non si trova a dover attenersi alle restrizioni e di conseguenza potrebbe agire secondo i propri criteri. Passavanti inoltre, ha fatto presente che Cernusco sarebbe tra i primi Comuni del Meratese a essersi mosso per adottare il piano, e l’ha fatto autonomamente: “C’è qualche controindicazione a riguardo? Il nostro piano potrebbe essere messo in discussione dal fatto che non abbiamo coinvolto altri soggetti?”. Il dottor Turco, che dal Comune di Cernusco è già stato interpellato e Polab è stata individuata per il supporto all’ente nel redigere il piano, ha dato a intendere che ampliare il discorso a più soggetti sarebbe un modo per ottimizzare il lavoro, ma che tuttavia è possibile intraprendere il percorso anche da soli, senza dimenticare però di prendere in esame anche tutti gli impianti nel raggio di 300 metri dai confini del Comune. In opposizione a Passavanti, il capogruppo di minoranza Gabriele Gavazzi ha chiesto conferma al dottor Turco del fatto che coinvolgere più soggetti sarebbe più indicato. Turco ha ribadito che si godrebbe di un’ottimizzazione.
Volgendo al termine della serata, dopo un focus su quello che effettivamente è la rete 5G e come essa lavora, il dottor Turco ha espresso quelle che sono le sue considerazioni sul tema: “L’arrivo del 5G pone le condizioni per un riassetto e completamento del quadro normativo e delle funzioni dei vari soggetti pubblici e privati coinvolti”. Inoltre ha citato l’importanza di uno sviluppo sostenibile e il fatto che i Comuni hanno bisogno di seguire un percorso consolidato e validato per realizzare una rete efficace ed efficiente, anche in termini di garanzie sulle ricadute territoriali.
E.Ma.