Osnago: sola, in stazione, dall'ultimo treno della notte. Ho paura ma non mi arrendo

L'incuranza di Trenord messaggio : Lunedì sera ho preso l'ultimo treno S8 (Milano-Lecco) alle 23.22, quello che parte da Centrale e non da Garibaldi come in tutti gli altri orari della giornata e che ogni volta per questo motivo mi fa aspettare 15 minuti da sola a Monza in una stazione deserta per fare il cambio. Mentre ero sul treno ho visto passare più volte il servizio di sicurezza (armato) che controllava i documenti alle persone a bordo.

Una volta arrivata nella stazione di Osnago, il paesino dove abito, mentre scendevo, il controllore ha obbligato a scendere un uomo adulto visibilmente ubriaco (prassi che di solito si fa quando non si ha il biglietto). Quest'uomo, mentre lo superavo per raggiungere il sottopassaggio, ha fatto un passo verso di me e ha allungato una mano nella mia direzione con fare minaccioso. Il controllore, pur vedendo la scena (ha incrociato il mio sguardo terrorizzato), ha chiuso le porte del treno ed è partito. Mi ha lasciata in una stazione deserta (pure nella nebbia) da sola con un uomo alterato e visibilmente molesto. Io sono scappata e ho chiamato un amico per allertare qualcuno in caso mi fosse successo qualcosa, ho sganciato tremando la bici e sono sfrecciata via appena in tempo per vedere l'uomo dietro di me sbucare dalle scale.
Mi è andata bene, nonostante lo spavento.
Per tutta la notte mi sono chiesta però: a cosa serve il nuovo messaggio degli altoparlanti dei treni che ti consiglia di metterti in prima carrozza per evitare spiacevoli situazioni quando poi il personale Trenord ti lascia in situazioni di pericolo non appena scendi dal treno? A cosa servono le "carrozze rosa" quando davanti al palese pericolo è più importante punire per la mancanza di un biglietto che proteggere una giovane donna sola? A cosa servono le guardie armate sul treno quando non si preoccupano della effettiva salute di chi in teoria dovrebbero proteggere?
Non dico di essere delusa perché da giovane donna cresciuta in questo Paese non sono stupita di quello che è accaduto, dell'indifferenza di uomini che non hanno mai provato il terrore di prendere l'ultimo treno da sola se sei una donna. Sono però arrabbiata. Arrabbiata perché quando l'ho raccontato a mia mamma mi ha detto di non raccontarlo a papà perché "altrimenti non ti fa più prendere i treni da sola". Arrabbiata perché è da quando ho 15 anni che prendo i treni la sera spingendo anche le mie amiche a farlo, sostenendo che non possiamo farci limitare dalla paura ma dobbiamo vincere noi. Arrabbiata perché nonostante questo quando passo nei sottopassaggi faccio le curve larghe e tengo le chiavi in mano come arma. Arrabbiata perché essere una giovane donna vuol dire compiere una serie di azioni in automatico per difendersi, azioni che i giovani maschi della nostra età non immaginano nemmeno.

Sofia
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