Comodamente sedute/70: la pasta con i fagioli e l'impegno di coprirsi le spalle...

Giovanna Fumagalli Biollo
La pasta e fagioli è senza dubbio nella classifica top ten dei miei cibi preferiti.
E non soltanto per il suo sapore e la sua consistenza, ma anche e soprattutto perché è uno di quei piatti che mangiati in compagnia di qualcuno, nelle sere di inverno, hanno il potere di riempire la pancia, ma soprattutto il cuore.
Davanti a un piatto di pasta e fagioli, dopo una giornata faticosa, viene voglia di raccontarsi, perché va gustata con lentezza, soffiandoci sopra adagio e tra un cucchiaio e l’altro si creano fessure in cui quasi con prepotenza si inseriscono l’ascolto e il dialogo.
Ho perso il conto dei piatti di pasta e fagioli condivisi con mio marito, di quelle sere in cui si faceva a turno a tirare fuori preoccupazioni, incombenze, giornate impossibili da raddrizzare.
Poi, lentamente accadeva che il malumore si stemperava, lasciando spazio a quella certezza confortante che fino a che ci sarà qualcuno pronto a coprirti le spalle, si potrà affrontare ogni genere di affanno.
Coprirti le spalle
Sono innamorata di questa immagine meravigliosa.
Chi ci copre le spalle?
Chi ci accoglie per quello che siamo, senza giudizio, senza cercare ad ogni costo di farci cambiare idea, di farci sentire sbagliate, chi accoglie le fesserie che combiniamo, le figuracce, i passi falsi che commettiamo e trova il modo di sdrammatizzare, di aiutarci a venirne fuori senza perdere la stima di noi stesse.
Abbiamo tutti un disperato bisogno di qualcuno che ci copra le spalle anche se spesso ammetterlo costa fatica.
Siamo talmente abituate a gestire le nostre crisi, i nostri momenti complicati senza chiedere aiuto, che il pensiero che qualcuno ci possa coprire le spalle lo vediamo come un’invasione nella nostra vita.
In realtà chi ci copre le spalle non cammina avanti a noi, anzi rimane indietro un passo. E pur intravedendo ciò verso cui probabilmente andremo a sbattere, non interviene, salvo poi aiutarci a rialzarci e a medicare le ferite.
Chi ti copre le spalle ti protegge dal freddo delle malinconie passate, come una giacca leggera poggiata sulle spalle
Chiedere a qualcuno di coprirci le spalle significa regalare le proprie fragilità, condividere il peso delle difficoltà, essere disposte, almeno un poco a fidarsi e affidarsi senza esitazione.
Per questo va scelta con cura la persona alla quale domandare un compito così importante.
Da dove arriva questa immagine?
Ma perché proprio le spalle diventano la sede di tanta sicurezza?
Perché nello spazio tra le scapole e, in generale, nella parte dorsale avviene il movimento dell’inspirazione. non muoviamo solo la parte anteriore del corpo quando respiriamo ma apriamo anche quella zona e attiviamo così il movimento delle scapole e quindi delle braccia. Ogni respiro diventa, potenzialmente, un abbraccio. Un abbraccio da dietro.
Io l’ho avuta una persona che per tanti anni mi ha coperto le spalle, e ora che l’ho perduta, certi giorni, certe sere mentre mangio pasta e fagioli mi ritrovo a pensare a quanto era più semplice la vita per quanto complicata, quando alzando gli occhi incontravo lo sguardo di chi si sentiva in qualche modo un po’ responsabile della mia felicità.
Il pensiero che ora le battaglie le devo combattere da sola e che trovare il modo di cavarmela è diventato un imperativo, qualche volta mi esorta a procedere con determinazione, altre invece rallenta il passo rendendo tutto più complicato e faticoso.
Ma ciò che non voglio dimenticare è che mi hai insegnato bene come si fa a coprire le spalle di qualcuno e nel bisogno, sono pronta a farlo pure io, senza esitazione.
Amiche care e voi? Ce l’avete una persona speciale che vi copre le spalle?
Prima di salutarvi vi lascio con una canzone di un giovane cantautore che mi piace moltissimo, si chiama Ultimo e la canzone si intitola Piccola stella (CLICCA QUI).
Con l’augurio grande che abbiate qualcuno a cui dedicarla.

Sei la cosa più bella che indosso
sei risorsa, sei il cielo e sei il mondo
sei la strada che porta alla vita
sei la mia sfida
sei la piccola stella che porto
nei momenti in cui non ho luce


Vi auguro una buona domenica e se avete voglia di raccontarvi potete scrivermi a gio.fumagalli66@gmail.com.
E naturalmente se volete leggere altre storie vi aspetto come sempre nel mio blog www.comodamentesedute.com.
Rubrica a cura di Giovanna Fumagalli Biollo
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