Vimercate: inaugurazione della mostra di Giulio Crisanti
Lo Spazio heart ospita una mostra dedicata al lungo percorso creativo di Giulio Crisanti, in occasione del novantesimo compleanno dell’artista. L'inaugurazione è prevista domenica 4 dicembre, ore 18.00, presso lo Spazio heart di Vimercate appunto. Rimarrà aperta fino al 29 gennaio 2023.
La mostra, un’antologica che celebra il percorso di Crisanti attraverso alcuni momenti fondamentali della sua ricerca, presenta una selezione di opere dagli anni Settanta a oggi, provenienti sia dalla raccolta personale dell’artista che da collezioni pubbliche e private. Una sequenza che arriva fino ai nostri giorni, con lavori che testimoniano quanto l’artista, arrivato all’importante traguardo dei novant’anni, non abbia affatto smarrito la voglia di comunicare e
far sentire la propria voce e sia ancora capace di suscitare reazione ed emozioni con la propria pittura.
In occasione della mostra sarà presentata una cartella contenente dieci grafiche in tecnica mista realizzate da Giulio Crisanti, riprodotte in dieci esemplari ciascuna. Il ricavato della vendita della cartella verrà interamente devoluto dall’artista alla "Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro ETS".
“Conosco Giulio Crisanti da molti anni. Nel tempo abbiamo condiviso progetti, lavorando insieme a esposizioni ed eventi. Giulio è un vulcano, un uomo di pensiero e di azione, sempre pronto a mettersi in gioco, a immaginare iniziative, a realizzare idee, come artista, ma anche come organizzatore, promotore culturale, mecenate e filantropo. Ogni tanto, soprattutto ultimamente, l’ho sentito dire di essere stanco, di aver esaurito la forza di andare avanti e continuare a creare e sperimentare. Non gli ho mai creduto e ho avuto sempre ragione. Giulio, per fortuna, non sa smettere di pensare, immaginare, realizzare progetti, non sa fare a meno di “dire la sua”, di vedere nella propria arte uno strumento di indagine sociale e comunicazione e un motivo di riflessione. Bastere, a questo proposito, la recente
serie di lavori realizzati a seguito del crollo del ponte Morandi a Genova. Dopo un periodo di sosta forzata dovuto a motivi di salute, l’estro di Crisanti si è risvegliato proprio a seguito di questa tragedia.
Non è la prima volta che un fatto di cronaca desta nell’artista una scossa creativa: la sua produzione è ricca di opere riferite a eventi storici tragici e a notizie di attualità. Non c’è pretestuosità nella scelta, né tanto meno volontà di “cavalcare un’onda emotiva”, da sempre Giulio considera la storia e la cronaca degli elementi centrali nella propria ricerca. Fin dagli anni Settanta, egli impiega la propria arte come strumento di riflessione culturale, sociale, talvolta anche politica, indagando, con un approccio che definirei tanto umanista quanto illuminista, la società civile e le sue aberrazioni, le sue criticità, le sue ingiustizie.
“Basta una foto, un reperto, una frase sentita di sfuggita o un rumore particolare, ed ecco che parte il ricordo di fatti lontani, riaffiorano nella mente periodi di una vita passata, sopiti sotto una montagna di eventi successivi che riempiono il quotidiano”, scriveva tempo fa l’artista, a proposito dei suoi ricordi degli anni della guerra. Era il 2011 e Crisanti stava per donare alla propria città, Frascati, un’opera dedicata all’11 settembre 2001, evento capace di evocare venti di conflitto, di morte e di distruzione anche in chi la guerra non l’ha vissuta sulla propria pelle.
Non stupisce, dunque, che una notizia come quella del crollo del ponte Morandi abbia acceso subito l’attenzione dell’artista e gli abbia suggerito un nuovo ciclo pittorico, intitolato poi con la significativa ed emblematica sigla di ZTI (Zona a traffico interdetto). L’indagine è condotta, come sempre, non sul filo di quella narrazione morbosa e voyeuristica, alla quale, purtroppo, ci hanno abituato i media negli ultimi anni, ma con piglio severo e oggettivo, che traduce in tensioni cromatiche e segniche l’emozione, rendendo tangibile la rabbia, la riprovazione, la desolazione provata dall’artista camminando tra le macerie genovesi. Un racconto intenso e partecipato, scritto con la sensibilità di un pittore che ha sempre osservato l’umanità senza pregiudizi e senza volontà di giudizio (concedendosi, anzi, sempre il dubbio, la possibilità di cambiare idea, di ravvedersi nell’opinione), ma con ferma volontà di opposizione alle discriminazioni, alle ingiustizie, alla privazione di libertà e a tutti quei compromessi, sotterfugi, patti oscuri, trascuratezze, disattenzioni (o presunte tali) che generano poi tragedie quali quella genovese.
“Scontato nel mio racconto artistico il fattore sociale e umano”, spiega l’artista stesso, “È sempre il tema che ha ispirato gran parte della mia produzione ma anche il senso stesso della mia vita di cittadino consapevole. I pensieri che gestiscono il mio tempo creativo cercano soluzioni ai problemi dell’esistenza, della convivenza e della socialità all’interno delle umane difficoltà”. Le ragioni che sottendono al suo lavoro sono dunque da ricercarsi proprio nel pensiero, nella riflessione nata dall’esperienza di vita, nel racconto. Per Crisanti l’arte non è un mero fatto retinico, né semplice questione estetica, né tanto meno la voce dell’istinto: l’arte è pensiero, idea, contenuto.”
(estratto dal testo in catalogo di Simona Bartolena).