Merate: gli studenti del Viganò incontrano Cecè Alampi per parlare di accoglienza

Dal 6 all'11 dicembre gli studenti dell'istituto Viganò accompagnati dal professor Fabio Carlini prenderanno parte al progetto "I giovani, il volontariato e l'immigrazione" e raggiungeranno il campo di accoglienza di Rosarno dove toccheranno con mano la povertà, la disperazione, la voglia di riscatto e cercheranno di comprendere meglio le dinamiche che stanno alla base dell'accoglienza.

Vincenzo Alampi

 

Per prepararli a questa esperienza e per coinvolgere anche tutto l'istituto, durante questa settimana gli studenti avranno la possibilità di incontrare un testimone d'eccezione di quella realtà, il diacono Vincenzo "Cecè" Alampi, già direttore della Caritas di san Ferdinando e Rosarno della Diocesi di Oppido Mamertina Palmi e attualmente referente dell'osservatorio delle "ultimanze".


Dopo l'appassionata introduzione del docente di religione del Viganò che ha spronato i ragazzi a guardare oltre, a non fermarsi alla propria (felice) condizione ma a pensare anche a coloro che la giovinezza la stanno vivendo nei campi per pochi euro all'ora, a prendere la parola è stato l'ospite che ha raccontato un po' la realtà di un campo di accoglienza, riportando anche fatti realmente accaduti.
Come quello di quattro giovani morti carbonizzati, in pochi anni, in quattro diversi incendi sprigionatisi sotto le tende dove alloggiavano la notte dopo la giornata lavorativa, o quella del primo impatto con ragazzi che avevano come materasso un cartone e come coperta un altro cartone. Oppure ancora le tre notti che gli hanno cambiato la vita, trascorse con un migrante malato, con febbre altissima, che nessuno voleva accogliere né curare e che goccia dopo goccia del medicinale che gli ha somministrato, gli ha fatto comprendere chi era davvero il prossimo.

Il professor Carlini e Cecè

Cecè ha intrattenuto gli studenti delle classi secondo con un intervento nell'aula magna "Falcone e Borsellino" durato una mezz'ora, sufficiente a catturare la loro attenzione e trasmettergli uno spezzone di vita a qualche centinaia di chilometri dalla Brianza dove migliaia di uomini approdano alla ricerca di un lavoro e di un riscatto.

Ma non ci sono solo le condizioni economiche e dunque la speranza di un riscatto, ha spiegato il relatore. "Queste persone cercano un contatto umano, cercano di stabilire delle relazioni. A differenza nostra, dove non ci conosciamo più, dove diventiamo indifferenti l'uno con l'altro, loro chiedono di poter parlare, di conoscere, di instaurare dei rapporti di amicizia che durino nel tempo. Il nostro egoismo imperante si scontra con la loro capacità di dividersi anche il lavoro se necessario, per aiutarsi reciprocamente".

"Dietro i loro volti tristi e gli occhi spesso spenti" ha continuato, "ho visto tanta forza di volontà, tanto desiderio di riscatto per aiutare le famiglie rimaste in Africa a morire di fame e di stenti. E il lavoro nei campi, spesso per 20 euro al giorno, rappresenta la fonte di sostentamento e di salvezza per i loro cari".

Nella tendopoli di Rosarno sono migliaia i migranti transitati e che hanno incontrato Cecè e così i volontari che ogni giorno si danno da fare per fornire cibo, vestiti, assistenza.
Un'esperienza che un gruppo di studenti sperimenterà nelle prossime settimane recandosi con il professore direttamente a Rosarno.
Per l'occasione è stata organizzata una raccolta di abiti pesanti, giacche, coperte oltre a generi di prima necessità che poi saranno portati e distribuiti agli ospiti della tendopoli. E' possibile consegnare il materiale al box informazioni della scuola fino al 3 dicembre. Questa sera alle ore 20.45 il professor Carlini e Cecè incontreranno i genitori degli studenti per raccontare di questo viaggio e dell'esperienza che i ragazzi andranno a vivere.

S.V.
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