Meratese: presunta violenza fra le mura di casa. Chiesti 2 anni di pena per un africano
Il sostituto procuratore Chiara Di Francesco ha chiesto la condanna alla pena di due anni nei confronti di un quarantenne originario del Togo comparso stamani al cospetto del giudice per le udienze preliminari Salvatore Catalano.
Tentata violenza sessuale nei confronti della figlia - all'epoca dei fatti ancora minorenne - l'ipotesi di reato contestata all'uomo, presente personalmente in aula accanto al proprio difensore.
I fatti al centro del fascicolo penale risalgono a un paio di anni fa, quando sono appunto emerse le attenzioni morbose che il padre avrebbe riservato alla ragazzina, nel frattempo allontanata dal contesto familiare (così come il genitore) e inserita in una comunità.
Accuse - chiaramente ancora tutte da provare - secondo le quali l'africano avrebbe palpeggiato la giovanissima fra le mura domestiche, all'interno dell'abitazione meratese dove la famiglia risiedeva, cercando anche di ''strapparle'' dei baci.
Le indagini affidate alla Squadra Mobile della Questura di Lecco e allora coordinate dal sostituto procuratore Andrea Figoni (nel frattempo trasferito a Cremona) sono sfociate in un fascicolo che stamani è giunto all'attenzione del giudice Catalano. Sarà quest'ultimo, il prossimo 20 dicembre, a pronunciare la propria sentenza nei confronti dell'uomo, che ha scelto di avvalersi del rito abbreviato.
Se il PM Di Francesco ha chiesto la pena di due anni nei confronti dell'imputato, si è battuta per l'assoluzione l'avvocato Alessandra Maggi, presente stamani in aula accanto al proprio assistito che si è avvalso di un'interprete per meglio comprendere i passaggi tecnici del processo e per potersi esprimere.
Tentata violenza sessuale nei confronti della figlia - all'epoca dei fatti ancora minorenne - l'ipotesi di reato contestata all'uomo, presente personalmente in aula accanto al proprio difensore.
I fatti al centro del fascicolo penale risalgono a un paio di anni fa, quando sono appunto emerse le attenzioni morbose che il padre avrebbe riservato alla ragazzina, nel frattempo allontanata dal contesto familiare (così come il genitore) e inserita in una comunità.
Accuse - chiaramente ancora tutte da provare - secondo le quali l'africano avrebbe palpeggiato la giovanissima fra le mura domestiche, all'interno dell'abitazione meratese dove la famiglia risiedeva, cercando anche di ''strapparle'' dei baci.
Le indagini affidate alla Squadra Mobile della Questura di Lecco e allora coordinate dal sostituto procuratore Andrea Figoni (nel frattempo trasferito a Cremona) sono sfociate in un fascicolo che stamani è giunto all'attenzione del giudice Catalano. Sarà quest'ultimo, il prossimo 20 dicembre, a pronunciare la propria sentenza nei confronti dell'uomo, che ha scelto di avvalersi del rito abbreviato.
Se il PM Di Francesco ha chiesto la pena di due anni nei confronti dell'imputato, si è battuta per l'assoluzione l'avvocato Alessandra Maggi, presente stamani in aula accanto al proprio assistito che si è avvalso di un'interprete per meglio comprendere i passaggi tecnici del processo e per potersi esprimere.
G. C.