Osnago: la solidarietà alle proteste in Iran con un ''flash mob'' per la tutela dei diritti

Osnago si è unito alle proteste popolari in atto in Iran da due mesi, in segno di solidarietà ai manifestanti che rivendicano i diritti civili negati e repressi con la forza. Il gruppo LibereTutte del circolo Arci La Lo.Co., il Gruppo Amnesty International 126 di Merate e l'associazione Progetto Osnago hanno promosso un flash mob nella tarda mattinata di domenica 20 novembre, partito dalla sede del circolo Arci, nei pressi della stazione ferroviaria. Il corteo silenzioso è stato a tratti interrotto dal coro degli attivisti al grido "Donna, vita, libertà".

La goccia che ha fatto traboccare il vaso in Iran è stato l'arresto violento della ventiduenne Mahsa Amini, rea di aver indossato male il velo. All'indomani della sua morte la protesta si è allargata tra i giovani, gli intellettuali, i musicisti, i cantanti, gli attori, i blogger, i giornalisti. Molti di loro sono stati incarcerati o uccisi. A ricordare le loro storie sono stati dei cartelli posati nella piazza del centro storico di Osnago, punto di arrivo della camminata. Sono stati realizzati grazie al contributo di una signora iraniana che vive in Brianza, originaria dell'Iran, da cui si è allontanata sei mesi prima della rivoluzione khomeinista del 1979.

C'era anche lei ad Osnago, suo l'appello più denso di emozioni, indignazione e dolore: "Noi vogliamo che voi siate la nostra voce. Quindi protestate con noi e fate in modo che si chiudano i rapporti diplomatici ed economici con questo regime criminale. Morte alla Repubblica islamica dell'Iran. Viva la donna, vita e libertà". Pur vivendo a Calolziocorte da 26 anni, la donna nutre un forte amore per la terra d'origine: "Sono preoccupata per tutti quei giovani che protestano e mettono a repentaglio la propria vita. Quello del '79 è stato un golpe, la vera rivoluzione la stanno facendo adesso e serve l'appoggio di tutti gli Stati che però sembrano non volere sentire perché gli interessi con l'Iran fanno comodo". Le abbiamo chiesto se non vi è il rischio della presa al potere di gruppi altrettanto fanatici e repressivi, così come è accaduto in diversi Paesi della Primavera araba. È fiduciosa: "Abbiamo tanti potenziali leader, siamo pieni di persone preparate e che hanno studiato, il livello di istruzione è alto. Quello che deve accadere adesso è che se ne deve andare chi detiene il controllo del Paese. Poi si penserà a creare un governo democratico, è la rivoluzione di tutti".

 

La signora ha spiegato al pubblico presente il significato di tagliarsi la ciocca di capelli. Deriva dalla tradizione delle donne iraniane e curde di rasarsi i capelli quando subiscono il lutto importante in famiglia di un figlio o di un marito o di un fratello: "Il dolore è troppo grande e quindi si tolgono i capelli perché non interessa più loro di essere belle. Dopo la morte di Mahsa Amini hanno cominciato a farlo tutti come gesto di solidarietà simbolico". Le ciocche raccolte saranno spedite al Consolato iraniano a Milano.

In piazza a Osnago è stato possibile firmare la petizione di Amnesty International per il diritto alla protesta in Iran. È stata inoltre realizzata una tela collettiva con la tecnica del collage utilizzando scritte e foto di giornale, materiali di recupero o lasciando un proprio pensiero per iscritto. Nel corso della manifestazione sono stati letti alcuni contributi intellettuali a favore delle proteste in Iran.

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Un altro momento di solidarietà sarà organizzato sabato prossimo, 26 novembre, alle ore 11.00 in piazza Prinetti a Merate, promosso dalla rete di associazioni "OraBasta!" contro la violenza sulle donne. Infine domenica 4 dicembre alle ore 18.30 ci sarà un aperitivo iraniano e poi sarà proiettato il film d'animazione "Persepolis" di Marjane Satrapi.

M.P.
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