La riduzione dei parlamentari e i costi della politica

Spett.Le Redazione di MERATE ONLINE, ho seguito vari dibattiti televisivi, da STASERA ITALIA a PORTA A PORTA e via dicendo, ma noto con grande sgomento e rammarico che una buona parte della stampa mediatica cerca di confondere le acque, screditando un sacrosanto diritto degli elettori che hanno sentenziato di voler un Parlamento più snello, meno artificioso e più produttivo.
Le affermazioni della conduttrice PALOMBELLI, che a tutt'oggi non ha ancora svelato il mistero delle mentite spoglie della famosa MARGHERITA, ex partito del suo amatissimo RUTELLI, hanno delineato uno scenario accattivante e furbesco, insieme al Direttore della STAMPA, SORGI, sostenendo che con la riduzione del numero dei parlamentari le relative spese per lo STATO e quindi per la collettività, sono aumentate.
Una delle più grosse bugie che hanno le gambe corte, infatti è sufficiente fare quattro conti, senza per questo essere un affermato economista, per constatare che i costi sono ultradimezzati e vi spiego il perchè.
Contrariamente a quanto sostenuto dagli illustri personaggi suindicati, non è solo lo stipendio in assoluto dei parlamentari che va ad incidere sui costi complessivi del carrozzone e quindi sul bilancio dello Stato, bensì vi è la diaria, le spese di rappresentanza, quelle relative ai trasporti marittimi, aerei e ferroviari, i pedaggi autostradali, la telefonia mobile, le cospicue liquidazioni, i vitalizi, la concessione di mutui agevolati, gli assegni di reversibilità delle pensioni, le auto blù ecc...ecc..., e chi più ne ha, più ne metta.
Non dimentichiamo che questi signori, nostri rappresentanti in Parlamento, in caso di assenze nelle rispettive Camere, non vengono penalizzati, pur beneficiando di una settimana cortissima e,purtroppo, lo sappiamo tutti. A NATALE ognuno di loro, ad esempio, percepirà una cifra mensile che si aggirerà intorno ai 30/33000 € netti,fra stipendio e tredicesima, corrispondenti ad un reddito annuo lordo di un qualsiasi operaio specializzato o di un dipendente amministrativo aziendale o pubblico di medio livello.
Avete capito a cosa voglio alludere, non vi sono commenti da fare ed i ceti medio-bassi resteranno nel dimenticatoio e subiranno sferzanti tagli non più sostenibili, a netto favore delle categorie più facoltose.
Quando andiamo ad operare delle precise scelte, dovremmo essere più attenti nella selezione dei nostri rappresentanti, che se oggi risultano essere inferiori numericamente, dovrebbero garantire un netto risparmio per le casse dello STATO e nel contempo favorire una ripresa delle attività parlamentari con maggior vigore e determinazione.
A voi tutti le considerazioni di questo mio grande pensiero, che si accomuna alla stragrande maggioranza degli italiani, almeno lo spero.
Un saluto conviviale a tutta la Redazione.
Francesco Mastropaolo
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