Il mastrogiardiniere/33: la conifera di Moreno e il tappeto erboso di Giuseppe

Antonio Roda

Se avete domande, dubbi, curiosità, criticità del vostro verde da sottoporre al "mastro" inviatele pure a redazione@merateonline.it oppure scrivete al numero 340.957.40.11 corredando il vostro scritto possibilmente di fotografie.

Buon giorno, oggi rispondiamo alle vostre domande.
Caro Moreno, la conifera che hai a casa e che ti crea, a tuo dire, un lavoraccio nel momento della caduta dei frutti femminili (le pigne) che normalmente cadono quando hanno terminato la loro maturazione, è molto difficile da gestire. Devi sapere innanzi tutto che la pianta produce due strutture riproduttive ben distinte sulla stessa pianta (pianta monoica) : il cono maschile e il cono femminile.

Tramite il vento (sistema anemofilo) il polline molto leggero del cono maschile viene trasportato per fecondare le infiorescenze dei coni femminili, che poi a maturazione le vedrai trasformarsi nelle classiche pigne. Il polline dei coni maschili, dovrebbe favorire la fecondazione dei coni femminili della stessa pianta o di piante dello stesso genere e specie che si trovano in un altro giardino anche molto lontano.

Se vuoi limitare questo problema, l'unico rimedio è quello di mantenere potata la pianta ogni due anni, sicuramente, però, non lo risolverai del tutto perché i rami più interni continueranno a produrre le infiorescenze femminili indesiderate, che a fine maturazione faranno cadere le pigne.
Normalmente, le infiorescenze si sviluppano su rami maturi di due o più anni, quindi, capirai anche tu che se tolgo, con la potatura, i rami maturi, la pianta dovrà recuperare nuova vegetazione, che nei primi due anni di sviluppo non produrrà quelle pigne che a te, e non solo, danno molto lavoro nel momento in cui cadono.

Non voglio immaginare però, se userai questo rimedio che ti ho appena suggerito, come ridurrai l'aspetto decorativo della pianta, pensaci bene! Secondo il mio punto di vista devi sopportare questa situazione naturale.


La conifera di Moreno

 


Giuseppe, un mio cliente, chiede: "ma devo ancora tagliare il tappeto erboso?"
Caro Giuseppe, la risposta è netta e schietta SI devi continuare a tagliare ancora il tuo tappeto erboso fino a che lo vedi a crescere .

Lo devi fare sicuramente quando non è bagnato, e quindi, se puoi, nel pomeriggio quando il prato si è asciugato sufficientemente per non rischiare che il tosaerba impasti durante il taglio l'erba bagnata, che non riesce a caricare nel sacco perché troppo pesante e bagnata.

Se non tagli il tappeto erboso, lui raggiungerà un'altezza di 10/12 centimetri, ed i fili d'erba tenderanno a sdraiarsi per il peso dell'umidità e delle piogge, così facendo, si diraderà arrivando al primo taglio primaverile con la necessità di traseminar, per non rischiare che negli spazzi vuoti dove manca l'erba nascano infestanti indesiderate.

Controlla che non ci sia la presenza del muschio e se lo noti puoi eliminarlo con il solfato di ferro.

Le dosi le leggi sulla confezione del solfato di ferro, facendo attenzione a non lasciarlo depositato sulle foglie dell'erba perché potrebbe bruciarne i fili, ma distribuite dell'acqua per portare i granuli di solfato di ferro vicino al muschio così da fare effetto e debellarlo.

Spero di essere stato chiaro ed esaustivo, ed aver risposto ai vostri dubbi nel modo migliore. Detto ciò, se avete altre domande, non esitate a farle!

Buon lavoro!

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