Osnago: in tanti alla serata per parlare di 5G ed elettrosmog

Grande successo di pubblico ad Osnago per la serata dal titolo "5G ed elettrosmog: siamo davvero sicuri?". In sala civica quasi tutti i posti erano pieni per la conferenza organizzata dal comitato "Tutela Salute Pubblica", nato per opporsi all'installazione dell'antenna alta 34 metri per trasmettere e sfruttare il segnale 5G. C'erano alcuni residenti del quartiere Marasche, zona in cui sarà realizzata l'infrastruttura, ma anche tanta gente da fuori. Tutti arrivati per ascoltare Paolo Orio, presidente dell'Associazione Italiana Elettrosensibili, e della dott.ssa Annunziata Difonte, specializzata in Medicina del Lavoro e che pure fa parte del sodalizio.

Francesco Mandelli

A presentare a sorpresa l'incontro è stato il noto attore originario di Osnago Francesco Mandelli. È stato proprio lui a dare il via alla serata con una introduzione composta che ricalcava il contenuto di un comunicato del comitato. È stato invece sul finire dell'incontro che, con un intervento a braccio, si è espresso criticamente contro l'installazione delle antenne e contro il Comune: "Queste antenne vengono messe senza chiederci il permesso. Ci devono pensare mia madre e mio padre che ha fatto il medico di base a Osnago per 40 anni? Io non vivo a Osnago, ma prima cosa che abbiamo come cittadini è il voto. E la questione dell'antenna non è la prima cosa che non va ad Osnago. Bisogna smettere di delegare". Sui rischi dovuti all'uso dei device digitali, l'attore ha sostenuto: "Abbiamo davvero bisogno di un dottore che ce lo dica? Basta vedere la faccia dei bambini davanti agli smartphone". Ha poi condannato il sistema mediatico: "Non guardate i telegiornali, la comunicazione vuole suscitare rabbia e divisione. Ci sono quattro grandi gruppi nell'ambito comunicativo, BlackRock è uno di questi". Si è anche espresso contro la profilazione degli utenti sui siti internet per poi concludere: "Volete essere persone libere o volete il comfort?".

La dott.ssa Annunziata Difonte

Paolo Orio

 

 

Paolo Orio ha mostrato una lunga carrellata di studi che sosterrebbero l'impatto dei campi elettromagnetici sulla salute. Ha evidenziato come, attraverso delle modifiche normative, i limiti di esposizione accettati siano stati innalzati. Mostrando un manichino ha ricordato uno studio in cui sarebbero stati appurati gli effetti negativi su un simile modello cavo riempito di un gel che simulava la materia organica umana. Secondo il presidente dell'Associazione Italiana Elettrosensibili i bambini sono dei soggetti maggiormente a rischio per il maggior assorbimento dei campi elettromagnetici rispetto agli adulti a parità di esposizione. L'intervento si è principalmente concentrato sugli effetti determinati dall'uso dei dispositivi elettronici usati nella quotidianità. Qualche appunto però anche sul 5G: "Il governo non ha mai chiesto un parere sanitario sul 5G". Ha poi sostenuto che in futuro ci saranno 800 antenne 5G per kmq.

Caterina Manca e Marco Riva

 

La dott.ssa Annunziata Difonte si è dedicata alla "elettrosensibilità". Ha riconosciuto che l'OMS non la ritenga ancora una patologia. Ha tuttavia evidenziato che l'elettrosensibilità colpisce in particolare alcuni soggetti predisposti. Il rischio vale anche per tutti coloro che sono sovraesposti ai campi elettromagnetici. I sintomi possono essere cefalea, crampi, difficoltà a concentrarsi, afasia, malessere generale, senso di inadeguatezza, alterazione della pressione arteriosa. Come trattamento la dottoressa ha consigliato innanzitutto di evitare l'esposizione ai campi elettromagnetici. Ma ha anche elencato la riduzione dello stress ossidativo e nitrosativo, la regolazione delle disfunzioni intestinali, una corretta alimentazione, il controllo delle infiammazioni, la normalizzazione della funzione mitocondriale, la detossificazione, una esposizione sufficiente alla luce naturale, fare la sauna e concedersi più riposo. Secondo Difonte non sono accettabili gli studi ufficiali che considerano l'effetto nocebo tra i pazienti che si reputano affetti da elettrosensibilità.

Dal pubblico c'è chi ha chiesto che cosa fare come cittadini. Il suggerimento è stato di fare massa critica, di costituire comitati e di cercare nel proprio piccolo a ridurre l'uso di apparecchiature domestiche che utilizzano il wifi. Marco Riva, consigliere di minoranza a Osnago e membro del comitato Tutela Salute Pubblica ha dichiarato che sono già state raccolte 500 firme e che il comitato continuerà ad essere attivo anche qualora venisse realizzata l'antenna in Località Marasche.
Unico sindaco del territorio che ha partecipato all'incontro tra i 16 invitati è stato Gennaro Toto di Cernusco Lombardone, acclamato quando si è presentato. Ha ammesso che la normativa in vigore non aiuta i Comuni ad evitare l'installazione di antenne 5G. Ha annunciato che il suo Comune si doterà di un Regolamento, in collaborazione con un'azienda che si occupa di questa materia. Ha evidenziato inoltre che nel Municipio di Cernusco arriva la fibra cablata e che tra i prossimi passi ci potrebbe essere l'eliminazione del wifi negli uffici comunali. "Ringrazio che ha organizzato questa serata. È un tema impopolare, c'è una forte dipendenza dalla tecnologia e non si considerano i problemi del futuro. Serve educare i cittadini e i nostri figli ad un uso consapevole dello strumento e a limitarne l'uso".

Il sindaco Gennaro Toto

Guido Raos

 

Ultimo intervento a microfono aperto è stato quello del consigliere di maggioranza di Osnago Guido Raos, che ha preso la parola a titolo personale, ha precisato. Ha sostenuto che la prima parte della presentazione sia stata a senso unico, senza il contraddittorio. Parole che hanno destato un brusio di fondo in sala e una netta rimostranza di Francesco Mandelli. Dopo un siparietto di accuse reciproche, Raos ha proseguito e concluso il proprio pensiero, dicendo di aver trovato invece la seconda parte della serata più interessante, quella sugli atteggiamenti individuali e sull'educazione all'uso consapevole della tecnologia. Ha infine difeso l'operato dell'amministrazione comunale che nulla avrebbe potuto fare per non autorizzare l'installazione dell'antenna.

M.P.
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