Cernusco: ''L'altra metà del cielo'' e Giovanna d'Arco, violenza di genere e lotta al patriarcato

 

Proseguono gli appuntamenti relativi alla Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne alla biblioteca comunale di Cernusco. Secondo di quattro incontri, l'ultimo dei quali si terrà proprio il 25 novembre, quello di venerdì 11 ha visto intervenire prima Marinella Pulci ed Elsa Fumagalli dell'associazione "L'altra metà del cielo" e l'assessore alla cultura Pietro Santoro.

Marinella Pulici e Elsa Fumagalli

"L'altra metà del cielo" è un centro antiviolenza con sede a Merate, con 24 operatrici che svolgono attività di volontariato in supporto di donne, e sempre più spesso dei loro bambini, vittime di qualsiasi forma di violenza. Le principali attività svolte riguardano consulenza psicologica, consulenza legale, gruppi di sostegno, formazione, promozione, sensibilizzazione e prevenzione, raccolta ed elaborazione di dati, orientamento ed accompagnamento al lavoro, raccolta di materiale bibliografico e documentario sui temi della violenza. Il lavoro svolto con le donne vittime di violenza è lungo e difficile. Prima di tutto si effettua un colloquio al telefono, a cui segue un incontro in sede per provare a trovare assieme un percorso adatto e utile alla donna per uscire dalla situazione di pericolo. "Siamo un supporto che offre qualsiasi tipologia di aiuto, ma non interveniamo in modo brusco prendendo le redini della vita di queste donne. Sono loro a scegliere come proseguire su nostro consiglio, ma mai ci permettiamo di dire alle vittime di denunciare l'aggressore. E' una situazione difficile quella in cui ci si trova e deve essere trattata nel migliore dei modi, senza però far ricadere la donna nella routine di sottomissione" ha aggiunto Marinella Pulici. Grazie all'associazione ben 123 donne vittime di violenza hanno trovato sostegno e rifugio nell'ultimo anno. Sempre nel 2022, 15 donne con 16 minori sono state ospitate in case di prima accoglienza, mentre 9 donne con 11 minori in case di seconda accoglienza. Negli ultimi anni il problema si è però aggravato, andando ad aumentare l'intervallo d'età delle vittime. Se prima i casi si verificavano maggiormente tra i 25 ed i 40 anni, ora sempre più spesso vi sono vittime sia fino ai 60 anni che alla minor età. Questo perchè le tipologie di violenza sono cambiate nel tempo, non è solo fisica ma spesso è mentale ed economica. Dallo stalking al non controllo sui soldi, lavoro e tempo libero la violenza è divenuta sempre più subdola e difficile da contrastare per la donna. Per questo motivo l'associazione "L'altra metà del cielo" partecipa ed organizza incontri per parlare nelle scuole ai giovani, per azzerare la cultura patriarcale e dare vita ad un futuro privo di violenze di genere.

Pietro Santoro

 

Ha poi preso parola l'assessore Santoro, che ha voluto raccontare ed approfondire una delle figure femminili più rilevanti della storia medioevale: Giovanna D'Arco. La scelta è stata fatta in quanto Giovanna ha rappresentato una rottura delle regole patriarcali e maschiliste del medioevo, caratterizzandosi per il modo di vestirsi maschile e "poco adatto" alle donne dell'epoca e per il suo valore ed immenso coraggio di contrapporsi al nemico in guerra. Nata in una famiglia di contadini, inizia fin da piccola a sentire delle voci che la incitano a prendere e a salvare il suo popolo, i francesi, dai nemici inglesi. Siamo infatti nel periodo della guerra dei cent'anni e i francesi avevano più di un problema in questo frangente. Fu Giovanna a risollevarne le sorti ponendosi a capo delle armate e guidandole in battaglia. Questo è ciò che la storia ci insegna, ci racconta della santa martire, che dagli inglesi fu messa a morte. Giovanna d'Arco, però, fu messa a morte ben prima, ovvero nel momento in cui scelse di mettersi l'armatura. Sin dalla nascita tutto della sua vita era già stato delineato dai genitori, da cui spesso la ragazza tentò la fuga. Quando le voci le dissero di andare in battaglia in difesa della Francia, Giovanna non tentennò, ma con animo forte decise di indossare l'armatura, mettendosi contro la famiglia e la società. Nell'epoca della caccia alle streghe, in cui il potere era sempre e solo esercitato dagli uomini, scelse di andare contro le convenzioni sociali ed il pensiero dominante. Questa fu la causa della sua morte. Non si poteva accettare che Giovanna, una donna, si fosse fatta valere in battaglia. Non lo potevano accettare gli inglesi, che la chiamavano "puttana", e, in fondo, non lo potevano accettare neppure i francesi, i quali non tentarono in alcun modo di salvarla dai Borgognoni ed Inglesi. Giovanna venne abbandonata al suo destino, venne catturata e processata come eretica, in modo da riservarle la condanna a morte al rogo. Nessun riscatto, nessuna via d'uscita. Molte furono le umiliazioni che ricevette, riguardo la sua verginità ed il suo modo di vestirsi. Oltre alla morte in quanto donna, cercarono in qualsiasi modo di ridicolizzarla e cancellare ogni sua forza. Il medioevo è passato, così come il mettere al rogo le "streghe", ma ancora oggi molte donne pagano le loro scelte solo perchè donne. Il coraggio di "rompere le regole" per essere se stesse è dunque il messaggio che l'assessore Santoro vuole esprimere a tutte quelle donne che, in situazioni di violenze subite, devono riuscire in qualsiasi modo a denunciare e dare a se stesse una vita migliore, in cui potersi autodeterminare liberamente.

 

Venerdì 18 novembre si terrà il terzo e penultimo incontro, sempre in biblioteca comunale, con ospite Ermanno Porro dell'associazione "Gruppo Uomini Monza-Brianza", facente parte della rete di associazioni "Maschile Plurale".

M.Pen.
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