Dalle alpi lombarde al deserto della Giordania. La nuova sfida del meratese Gianluigi Panzeri

Quella in Giordania è stata la quinta sfida nel deserto per Gianluigi Panzeri, dopo l'ultima affrontata in Perù nel 2017. La "Jordan running adventure race" è per atleti esperti, i 185 km di gara partono dalle montagne di Piccola Petra e si snodano per più di 110 km nella sabbia del deserto Wadi Rum, fino a terminare nell'omonima città. Una gara estenuante ma carica di emozioni.

Primo a sinistra Gianluigi Panzeri con i suoi compagni

Lunedì 31 ottobre la partenza per il team di "Gigi" è stata alle 6. Con il meratese c'erano i compagni di avventura Corrado Ratti e Fernando Mazzola, che hanno concluso la gara mercoledì 2 alle 8, con un tempo di 50 ore.
Panzeri non può che dirsi soddisfatto del risultato dato che si è classificato settimo tra 16 partecipanti.

Gli "incidenti" durante il percorso non sono mancati. "Avevamo previsto di completare la gara in 43 ore ma sono subentrate difficoltà" ha raccontato "le piste sono più o meno battute e la sabbia è molto molle quindi è difficile camminare, sulla pietraia invece si riesce a mettere in atto una corsetta".
Il percorso accidentato non è stato però l'ostacolo maggiore: le due notti in tenda sono ciò che hanno messo più a dura prova Panzeri, nativo di Olgiate e che ha vissuto per parecchi anni a Merate, a causa dei forti sbalzi termici. Le temperature durante il giorno si aggiravano intorno ai 32 gradi per poi scendere la notte fino a 7, e nonostante i materassi e le coperte, il freddo era percepibile.

Fernando, Gianluigi e Corrado

 

La competizione era di tipo "non stop", ovvero senza soste organizzate. I corridori erano in completa autosufficienza alimentare, nei check point disponibili veniva fornita solo acqua potabile fredda e acqua calda per reidratare il cibo liofilizzato. Necessaria era inoltre la conoscenza dell'uso del GPS, fondamentale per seguire il percorso ed evitare di perdersi fra le dune. Come ha spiegato il meratese la società francese "Tendao", organizzatrice dell'evento, era ben preparata, dalle prime fasi di trasporto in loco fino all'assistenza durante la gara. A garanzia della sicurezza degli atleti un pulsante di emergenza nel GPS per chiamare soccorsi in maniera tempestiva e ricevere assistenza.

 

Dopo questa impresa Panzeri continuerà a tenersi allenato tra le montagne lombarde, nei luoghi che sono serviti a fare da preparazione per questa sfida nel deserto. Il meratese ha trascorso, infatti, l'estate facendo escursioni e corse con dislivelli e pernottando nei rifugi per mantenere la resistenza necessaria ad affrontare la gara. A spingerlo ad affrontare queste fatiche è la passione. Panzeri gareggia a livello amatoriale, godendosi il paesaggio e la compagnia e traendo insegnamenti da ogni esperienza. "Nel deserto si impara a vivere con niente, con poco, a un passo dal cielo. Io per esempio avevo solo pane e bresaola come sostentamento per il primo giorno. Dormire nei rifugi più azzardati permette di ritrovare il contatto con la natura osservando le stelle cadenti a occhio nudo, senza il problema dell'inquinamento luminoso. Ci si rende conto che con niente si può vivere tranquillamente."
I.Bi.
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