Unione della Valletta, IV novembre: con gli studenti del Pointinger si parla di Pace

Pensieri per dire basta alla guerra che semina morti e distruzione e priva della libertà e per invocare la pace che porta serenità tra le famiglie e unione. A esprimere questi valori sono stati gli alunni della Primaria 2 del comprensivo don Piero Pointinger, questa mattina nel corso della celebrazione voluta dall'unione dei comuni lombarda della Valletta che si è ritrovata per la ricorrenza del IV novembre.


Dopo la funzione nella chiesina di Perego celebrata da don Paolo, il corteo con in testa i sindaci Marco Panzeri ed Efrem Brambilla si è spostato davanti al monumento ai caduti, accompagnato dalle note dalla banda di Airuno.
Dopo l'omaggio al Tricolore e ai militi morti, è stata la volta degli studenti veri protagonisti di questa manifestazione. Grazie all'aiuto delle insegnanti hanno realizzato tre tabelloni raccontando il passato, il presente e il futuro, partendo proprio dal IV novembre, dunque dal suo significato e da ciò che concretamente ha voluto dire per il popolo italiano.





Gli alunni hanno espresso pensieri genuini, coniandoli in desideri, affinchè la Terra che abitano diventi più umana e accogliente, per tutti, affinchè la guerra, vista come qualcosa di spaventoso e terribile, cessi il prima possibile, e si sono anche immaginati pittori, sognando di dipingere con i colori della pace e della fratellanza questo mondo sgangherato. Prima di lasciare la parola alle autorità, hanno simbolicamente piantato dei fiori davanti al monumento dei caduti, nell'ottica di una speranza che rinasce dalle giovani generazioni.

 

Il presidente dell'Unione Marco Panzeri ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato per rendere bella e partecipata questa giornata, invitando poi ad avere il coraggio della difesa di certi valori tra cui anche il riconoscimento del diritto alla resistenza, con riferimento al popolo ucraino che da febbraio ha imbracciato le armi. "Noi dell'Unione" ha chiuso con un riferimento agli screzi interni "siamo esperti nei conflitti quotidiani ma bisogna lavorare ed essere in grado di risolverli".

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La chiosa finale è stata lasciata al signor Franz, figlio di un ex combattente dell'Austria, che ha citato la pace quale collante supremo. "Quando finisce il dialogo parlano le armi" ha concluso, dicendosi felice della giornata trascorsa in un clima lieto e di sano patriottismo.
S.V.
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