La flat tax e le disuguaglianze per i ceti medi e deboli...
Nel rivolgere un caro saluto al Direttore di "MERATE ON LINE" ed all'intero staff giornalistico, mi sovviene un atroce dubbio su questa FLAT TAX orientata e mirata solo per alcune categorie.
Mi spiego: oggi abbiamo gli investimenti in borsa, anche attraverso Compagnie Assicurative, tassate da 12 al 20%, a seconda delle tipologie, ora avremo per i titolari di partita IVA una tassa piatta del 15% sino ad un imponibile di 75.000€ annui, ma a tutti coloro che rientrano in un reddito annuo lordo di 35.000 € annui chi ci pensa?
Alludo naturalmente ai lavoratori pubblici e privati, alle varie categorie dei pensionati, che a tutt'oggi scontano un'imposta IRPEF che va dal 23 al 33%. Questa, stando alle recenti decisioni governative, sarebbe una misura equa rispetto a chi registra un reddito nettamente superiore?
Io penso di NO, per ristabilire un rapporto di eguaglianza occorrerebbe rispettare la progressività delle imposte rapportate al reale reddito individuale e d'impresa, ma soprattutto dando spazio alle uniformità esistenti in ambito europeo con una tassazione che non superi il 20%, invece fra IRPEF ed addizionali varie, si è giunti ad un carico fiscale sproporzionato e non più sostenibile.
Cambiano i Governi, ma la musica è sempre la stessa e di certo non occorrono menti eccelse per porre fine a questo impietoso accanimento terapeutico malvezzo.
E' sufficiente dare uno sguardo agli altri Paesi Comunitari, laddove, ad esempio, l'aliquota IVA massima arriva al 19% e non al 22%, dove i prezzi dei carburanti non sono gravati da accise che si riconducono ad eventi dell'oltretomba. Ma lo vogliamo capire che il nostro Paese necessita di politiche eque e non più rinviabili e che l'Europa dovrebbe vigilare sulle uniformità di un sistema fiscale diseguale fra i Paesi Membri e molto penalizzante per un'ITALIA DIMENTICATA E LASCIATA AL PROPRIO DESTINO?
Grazie per l'attenzione, in attesa di un possibile riscontro.
Mi spiego: oggi abbiamo gli investimenti in borsa, anche attraverso Compagnie Assicurative, tassate da 12 al 20%, a seconda delle tipologie, ora avremo per i titolari di partita IVA una tassa piatta del 15% sino ad un imponibile di 75.000€ annui, ma a tutti coloro che rientrano in un reddito annuo lordo di 35.000 € annui chi ci pensa?
Alludo naturalmente ai lavoratori pubblici e privati, alle varie categorie dei pensionati, che a tutt'oggi scontano un'imposta IRPEF che va dal 23 al 33%. Questa, stando alle recenti decisioni governative, sarebbe una misura equa rispetto a chi registra un reddito nettamente superiore?
Io penso di NO, per ristabilire un rapporto di eguaglianza occorrerebbe rispettare la progressività delle imposte rapportate al reale reddito individuale e d'impresa, ma soprattutto dando spazio alle uniformità esistenti in ambito europeo con una tassazione che non superi il 20%, invece fra IRPEF ed addizionali varie, si è giunti ad un carico fiscale sproporzionato e non più sostenibile.
Cambiano i Governi, ma la musica è sempre la stessa e di certo non occorrono menti eccelse per porre fine a questo impietoso accanimento terapeutico malvezzo.
E' sufficiente dare uno sguardo agli altri Paesi Comunitari, laddove, ad esempio, l'aliquota IVA massima arriva al 19% e non al 22%, dove i prezzi dei carburanti non sono gravati da accise che si riconducono ad eventi dell'oltretomba. Ma lo vogliamo capire che il nostro Paese necessita di politiche eque e non più rinviabili e che l'Europa dovrebbe vigilare sulle uniformità di un sistema fiscale diseguale fra i Paesi Membri e molto penalizzante per un'ITALIA DIMENTICATA E LASCIATA AL PROPRIO DESTINO?
Grazie per l'attenzione, in attesa di un possibile riscontro.
Francesco Mastropaolo