Mandic:  è l’ultimo giorno di Gregorio Del Boca e Anna Biffi nel reparto di Ostetricia. Nessuna cerimonia, solo il grazie di migliaia di pazienti. ''Senza umanità non si gestisce la salute''

Alla mezzanotte di oggi, lunedì 31 ottobre, Gregorio Del Boca e Anna Biffi chiudono il rapporto di lavoro con l'Azienda Socio-Sanitaria Territoriale Lecchese, presidio San Leopoldo Mandic.

Gregorio Del Boca e Anna Biffi

Se ne vanno per scelta, se ne vanno per accertata impossibilità di mantenere il paziente al centro del lavoro del medico, al di là dei protocolli e dei nuovi principi dell'Ostetricia medicalizzata.

 

 

Se ne vanno a testa alta, immuni da drammi e tragedie che purtroppo costellano il mondo degli ospedali e in particolare l'ostetricia; se ne vanno col tasso più basso di morbilità in Lombardia e non sono molti i professionisti che possono dire altrettanto.

 

Non si può piacere a tutti, né ottenere un unanime consenso. Nessuno è esente da critiche. E non lo sono nemmeno il dottor Del Boca e la dottoressa Biffi. Ma nel gioco della bilancia il piatto è largamente a loro favore.

Nei trascorsi 26 anni l'Ostetricia Ginecologia di Merate, già sugli scudi grazie ai primari che hanno gestito il reparto, da Italo Della Rocca a Roberto Zagni, ha rappresentato un'attrattiva eccezionale per il San Leopoldo Mandic.

Ma la guerra di logoramento intrapresa dai vertici del Dipartimento ha progressivamente ostacolato l'attività fino a imporre il trasferimento al Manzoni di ogni paziente con possibili complicazioni col pretesto che il presidio dispone della terapia intensiva neonatale.

Già nel 2017 l'attacco più feroce con un provvedimento disciplinare di sospensione per ben due mesi motivato dall'uso della sala operatoria il sabato. Lo scopo era ridurre le liste di attesa. Ma la Direzione aziendale e qualche collega meno "ispirato" dalla professione ritenevano fosse un uso improprio, anzi, illecito. A presiedere la Commissione c'era il capodipartimento materno infantile Rinaldo Zanini che in realtà come apicale della filiera avrebbe dovuto trovarsi dall'altra parte della barricata. Ma il paradosso sfuggì. Tuttavia il Giudice del lavoro accolse il ricorso dando ampia ragione al dottor Del Boca.

Citiamo questo episodio solo a titolo puramente esemplificativo degli attacchi portati al reparto meratese e ai suoi dirigenti.

Dall'interno, del resto, non solo nessuna difesa ma anzi continui richiami da parte della direttrice medica di presidio Valentina Bettamio, forse agevolata nel ruolo dal secondo cognome pesante, Maullu, uno dei massimi dirigenti regionali di FdI.

 

Nessuna difesa neppure dal territorio, del tutto estraneo alla questione sanitaria. Soprattutto nessuna iniziativa dal sindaco di Merate Massimo Augusto Panzeri, assai più impegnato a congratularsi per l'esito dello Street Food che preoccupato per la possibile perdita di una eccellenza in tema da salute.


Che cosa succederà ora? Da Lecco arriverà il primario Antonio Pellegrino per le sedute operatorie. Avremo specializzandi in corsia e di guardia, i parti caleranno sempre più in proporzione alla crescita di quelli registrati al Manzoni e alla fine il punto nascite del San Leopoldo Mandic chiuderà definitivamente.

 

Un'altra mazzata sul futuro che alcuni credendo a Letizia Moratti vedono radioso, del nostro ospedale.

Bene, non ci resta che - con presunzione - ringraziare a nome dei nostri lettori - che sono davvero tanti - Gregorio e Anna per tutto l'impegno e l'amore che hanno messo nel loro lavoro.

Saranno pure ignorati dal Dg Paolo Favini, dalla Ds Valentina Bettamio, dal sindaco Massimo Panzeri, ma non dalle migliaia di pazienti che a loro si sono affidati in tutti questi anni. Migliaia che hanno scritto nel nostro gazebo virtuale il loro GRAZIE a Gregorio e Anna.

Crediamo sia questa sia la migliore ricompensa per chi ha sempre sostenuto che senza umanità e senza etica non si gestisce la salute.

Claudio Brambilla
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