Calco: il Comitato dell’ospedale fa il punto sul Mandic. Reparti chiusi e poco personale
La sala consiliare di Calco ha rischiato di non riuscire a contenere tutti i cittadini accorsi nella serata di venerdì 28 ottobre per partecipare all'incontro con il "Comitato a difesa dell'Ospedale di Merate", evento patrocinato, oltre che dal Comune di Calco, anche da di Brivio. Lo stesso sindaco Stefano Motta si è detto soddisfatto dell'alta partecipazione all'inizio della serata, quando ha spiegato i motivi per cui Calco ha deciso di accogliere il Comitato: "Sono rimasto preoccupato dal clima che è calato in sede di conferenza dei sindaci quando si è affrontato il tema dell'ospedale di Merate e sono state riportare le preoccupazioni del Comitato. Ho percepito un atteggiamento poco incline a dare disponibilità e apertura nei confronti del Comitato, una mancanza di fiducia che questa sera vogliamo restituire". Oltre a questo, ha spiegato il primo cittadino, l'incontro è stato organizzato per informare i cittadini sulla reale situazione dell'Ospedale di Merate.
"La pediatria ha ridotto i posti letto, non si contano più di quattro bambini al giorno" ha continuato. "Avevamo due piani chirurgici, da una parte ginecologia e chirurgia, dall'altra ortopedia e otorino. Ora è tutto su un unico piano". E poi ancora il laboratorio analisi, che si trovava al primo piano e occupava tutto il padiglione che si estende dalla sala riunioni scientifiche fino alla hall d'ingresso, e ora è stato trasferito in un'altra sala molto piccola, perché tanto - ha spiegato Pacchiarini - gli esami vengono fatti a Lecco. "Dodici anni fa erano state aperte delle nuovissime camere operatorie. Prima del Covid ne funzionavano 5 o 6, a oggi ne funzionano 2, e intanto le liste di attesta si allungano". Proseguendo, la referente ha parlato anche del reparto Ostetricia, che recentemente ha visto la perdita del primario Del Boca e della dottoressa Biffi. "Già nell'ultimo anno il reparto non ha raggiunto le 500 nascite che consentirebbero di tenere aperto il reparto. Non è chiara l'intenzione della dirigenza in questo senso, non hanno un progetto al di là dell'oggi. Nemmeno chiudono, visto che per norma dovrebbero..."
Chi ne risente di questa situazione, oltre i cittadini, sono anche i medici e il personale che lavora. "Abbiamo chiesto i dati delle ore straordinarie e delle ferie. Risultano 158.421 ore arretrate e 45.780 giorni di ferie non godute". Il trend generale - ha spiegato Pacchiarini - è che a tutti i dipendenti vengono rifiutate le ferie invernali, che a contrario di quelle estive la dirigenza non è obbligata a concedere. "Dal 2017 al 2022 non fanno fare ferie al personale OSS".
Aperta la discussione, è intervenuto il sindaco Motta, che ha fatto un punto sulla comunicazione che avviene tra i sindaci e la dirigenza di ASST: "Da parte del Direttore Generale non risulta evidente l'intenzione di volersi confrontare con noi. Sono diverse le volte in cui non si è presentato agli appuntamenti, come quando l'abbiamo invitato alla conferenza dei sindaci. L'unico momento in cui l'abbiamo incontrato è stato prima delle elezioni. Viviamo una difficoltà di comunicazione". Lasciandosi andare a una breve digressione sull'inquinamento storico della politica nelle nomine dei dirigenti ospedalieri, Motta ha ipotizzato un motivo che "giustificherebbe" la scarsa partecipazione di molti sindaci all'affronto del problema: "La sanità è gestita dalla Regione, molti sindaci prendono finanziamenti da Regione..."
Il sindaco di Calco ha anche riportato le intenzioni manifestate nell'ultimo incontro con i vertici di ASST, tenutosi a porte chiuse poco prima delle elezioni: "Loro dicono di non voler chiudere l'ospedale, ci sono degli obbiettivi e l'intenzione di rinnovare l'immagine dell'ospedale".
Come all'ultimo incontro tenutosi lo scorso aprile a Merate (clicca QUI), la relazione da parte dei referenti del Comitato e il dibattito con i cittadini si sono tenuti dopo la proiezione di "Quello che serve", un documentario realizzato da Massimo Cirri attraverso cui il conduttore radiofonico racconta come è stato curato gratuitamente dalla sanità pubblica da un tumore, e ripercorrendo come l'Italia sia arrivata a godere di questo sistema di sanità gratuito per i cittadini, indipendentemente dal costo delle cure che necessitano. Quell'incontro a Merate aveva visto anche la partecipazione di Cirri stesso.
Giuditta Pacchiarini del Comitato a difesa dell’Ospedale di Merate
"Tanta gente non conosce la realtà effettiva dell'Ospedale di Merate: l'ospedale, non il presidio, né l'azienda, odio queste parole - ha detto la rappresentante del Comitato. - Abbiamo visto cosa è successo dal '96 a oggi trasformando l'ospedale in azienda...". I punti fondamentali della questione sono due: la chiusura dei reparti e la mancanza di personale. "Siamo arrivati al punto in cui il Direttore Generale paga altri medici privati e gettonisti perché non trova medici per coprire i turni". Entrando nello specifico e fornendo dati oggettivi, Pacchiarini ha elencato i reparti che sono stati chiusi o depotenziati: "Il reparto di psichiatria è chiuso, doveva aprire a settembre dello scorso anno secondo il direttore Favini, ma ancora non è stato aperto nulla. Se ne sono andati 14 psichiatri e ora chiaramente il reparto non apre perché non ci sono medici". Un altro reparto chiuso è quello di Medicina B.
Il sindaco di Barzago Mirko Ceroli e il sindaco di Calco Stefano Motta
Quindi è stato fatto un punto anche sul secondo problema, quello della mancanza di personale e l'utilizzo di esterni: "Abbiamo personale dalle cooperative, medici di pronto soccorso e medici rianimatori che coprono turni da 12 ore e per ogni turno guadagnano 1.200 euro. Praticamente in tre turni guadagnano quanto un medico strutturato prende in un mese". A questi si aggiunge altro personale che gravita attorno all'ospedale - servizio pulizia, cucina, etc. - sempre appaltato.
Perché non si assume? Pacchiarini ha provato a rispondere anche a questo. "A novembre dell'anno scorso è stato aperto un concorso per infermieri. Ne sono risultati 800 idonei, ma prima della metà di maggio erano già scomparsi tutti, o perché rinunciavano, o perché andavano via subito. Detto brutalmente, scappano perché vorranno vendersi al migliore offerente e evidentemente l'Asst di Lecco non lo è". A questi problemi, più in generale, si aggiungerebbe - secondo il Comitato - una mancanza generale di programmazione e di direzione da intraprendere. Inoltre le chiusure e le mancanze sembrerebbero essere solo a discapito di Merate, tendendo a privilegiare Lecco.
Chi ne risente di questa situazione, oltre i cittadini, sono anche i medici e il personale che lavora. "Abbiamo chiesto i dati delle ore straordinarie e delle ferie. Risultano 158.421 ore arretrate e 45.780 giorni di ferie non godute". Il trend generale - ha spiegato Pacchiarini - è che a tutti i dipendenti vengono rifiutate le ferie invernali, che a contrario di quelle estive la dirigenza non è obbligata a concedere. "Dal 2017 al 2022 non fanno fare ferie al personale OSS".
Aperta la discussione, è intervenuto il sindaco Motta, che ha fatto un punto sulla comunicazione che avviene tra i sindaci e la dirigenza di ASST: "Da parte del Direttore Generale non risulta evidente l'intenzione di volersi confrontare con noi. Sono diverse le volte in cui non si è presentato agli appuntamenti, come quando l'abbiamo invitato alla conferenza dei sindaci. L'unico momento in cui l'abbiamo incontrato è stato prima delle elezioni. Viviamo una difficoltà di comunicazione". Lasciandosi andare a una breve digressione sull'inquinamento storico della politica nelle nomine dei dirigenti ospedalieri, Motta ha ipotizzato un motivo che "giustificherebbe" la scarsa partecipazione di molti sindaci all'affronto del problema: "La sanità è gestita dalla Regione, molti sindaci prendono finanziamenti da Regione..."
Il sindaco di Calco ha anche riportato le intenzioni manifestate nell'ultimo incontro con i vertici di ASST, tenutosi a porte chiuse poco prima delle elezioni: "Loro dicono di non voler chiudere l'ospedale, ci sono degli obbiettivi e l'intenzione di rinnovare l'immagine dell'ospedale".
Mattia Salvioni
E.Ma.