Omicidio-suicidio di un padre e della figlia con handicap. Il nome vero di questo dramma è: disabilità

Gianni Cerri - ispiratore, socio ed ex presidente della Rosa Verde di Ronco
Parliamo di un papà che uccide la figlia disabile e poi si suicida.

È il fatto di questi giorni ma per rispetto alle Persone protagoniste non facciamo i nomi.

Il NOME VERO di questo dramma è LA DISABILITA'

Quando un genitore si rende conto di avere un figlio disabile, la prima cosa che deve imparare è quella di CHIEDERE SCUSA:

- alle strutture sanitarie
- alle strutture scolastiche
- alle strutture assistenziali
- alla comunità in cui vive.

Lo Stato, insieme alle sue istituzioni operative, lancia slogan epocali. Poi, quando c'è da costruire, si assenta e lascia fare tutto ad iniziative private, promosse e gestite da famigliari, il più delle volte economicamente povere, intervenendo soltanto, quasi di nascosto, imponendo le prime regole limitative.
Quando il tutto è realizzato, allora le istituzioni operative, che si chiamano ATS, Servizi sociali, amministrazioni locali, intervengono con azioni estremamente interferenti e quasi sempre PUNITIVE. Gli assessorati al welfare, alla disabilità, se contattati, neppure ti rispondono o, se lo fanno, scopri che il tuo problema non è di loro competenza, perché te lo dicono loro, ed inizia un palleggiamento delle responsabilità che porta ad un nulla di fatto, e quindi all'esasperazione.

Anche la cronaca dei giornali o delle TV, che ti soffoca con notizie morbose di ogni genere, TACE sui problemi della disabilità.
Perché???

Semplice. Il fatto che un marito uccide la moglie è di esclusiva responsabilità di quel marito.

Nel nostro caso, invece, intimamente ci tormenta che forse ne siamo, in diversa misura, tutti corresponsabili.

PERCHE' È SUCCESSO un fatto così mostruoso?

Pensate che qualcuno dei servizi sociali se lo sia chiesto?

E l'assessore regionale alla disabilità che ora è anche diventato ministro alla disabilità?

E l'assessore regionale al welfare?

Ed il medico del centro diagnostico meratese che ha insultato il disabile perché poco collaborativo?

E chi doveva organizzare servizi dedicati?

E l'amministratore locale che sa gestire le cose SOLO con in mano lo strumento ISEE?

Ammesso che qualcuno di questi se lo sia veramente chiesto, si può giurare, questa è la risposta: è andato fuori di testa.

Sicuramente è vero!

Ma chiedo ancora PERCHE'????????

La mia risposta vera (vera per me che sono anch'io papà di una PERSONA disabile) sta qui: per tutta la sua vita è vissuto forse serenamente accanto a sua figlia DISABILLE nell'ambito della sua famiglia, della sua casa. Ma, appena si è affacciato alla porta di strada, gli è cascata addosso tutta la DISATTENZIONE, L'ARROGANZA, LA PREPOTENZA, L'INCOMPETENZA, LA MALEDUCAZIONE, L'INETTITUDINE prima di tutto dello STATO nella sua più ampia accezione e poi della Società in cui si vive.

C'è forse speranza che cambi, non qualcosa, ma tutto il sistema?

Ma, alla mia veneranda età, sono sicuro che non potrò vederne nulla

Ronco Briantino
Gianni Cerri
Invia un messaggio alla redazione

Il tuo indirizzo email ed eventuali dati personali non verranno pubblicati.