Il ricordo di Scopel (Granaio): Iantorno aveva a cuore il dopo di noi
"Il ‘dopo di noi' era un tema molto sentito in quegli anni" ha raccontato Scopel, riferendosi ai primissimi anni Duemila, quando lui e lo stesso Francesco Iantorno - che nella notte di martedì 25 ottobre all'età di 80 anni ha tolto vita alla figlia 45enne Rossana e poi si è suicidato - si erano prodigati per fare in modo che il Centro Diurno Disabili trovasse una sede adeguata. "Abbiamo avuto sempre a cuore questo tema, avendo entrambi figli disabili. Per questo, insieme ad altri, abbiamo dato vita al Granaio, basandoci sulla legge Basaglia del '78. Ciò nonostante, ricordo, a lui dispiaceva staccarsi dalla figlia, cercava sempre di tenerla con sé..."
Fino al 2005, ha spiegato Scopel, il tema del ‘dopo di noi' era sentito, poi le cose sono cambiate. "Il ‘dopo di noi' portato avanti negli ultimi anni a livello legislativo è una stupidata, perché guarda solo a persone con handicap lievi e non bada a situazioni più gravi, e non pensa a possibilità di collocamento adeguate. È una normativa fatta solo per propaganda politica. Francesco Iantorno sperava che l'argomento potesse ribaltare il lato politico, ma purtroppo è solo caduto nel dimenticatoio. Ai tempi eravamo supportati, sia dai Comuni che da diversi benefattori che hanno contribuito a realizzare Il Granaio, poi più niente. È da qui che credo sia nato il suo dispiacere. Purtroppo non sono cose facili da gestire, perché non si può pensare di mettere un ragazzo disabile in un appartamento da solo e dargli la libertà solo perché sa andare in bagno autonomamente, serve supporto... Purtroppo quello di Iantorno non è il primo caso, perché il Governo ai genitori di figli disabili e al ‘dopo di noi' non pensa, delega tutto a Comuni, che però non possano farsi carico di rette da 3.000 euro al mese per tutti i casi che hanno. La colpa però è anche un po' dei Comuni perché non si fanno sentire dagli enti più in alto".
Sono parole di sconforto quelle usate dal presidente de'Il Granaio per descrivere la situazione in cui i genitori di persone disabili vivono, specie quando diventano anziani e sanno che prima o poi loro non ci saranno più e i figli rimarranno soli e bisognosi. "Invece di fare campagne elettorali, servirebbe che la gente andasse a vedere le necessità di questi genitori. Pensiamo a persone di 80 anni, come Iantorno, a donne che magari hanno uno o più figli che non si possono alzare dal letto. Servono tragedie come quelle di oggi per sensibilizzare le persone e le istituzioni al tema? Peccato che tra dieci giorni tutti se ne saranno dimenticati mentre per le famiglie le difficoltà quotidiane continueranno.