Osnago, don Alessandro: ''Preghiera e silenzio. Ogni parola può essere inopportuna''. La ricostruzione della giornata dopo l'omicidio-suicidio di Francesco Iantorno e della figlia Rossana

Francesco e Rossana Iantorno


"In questo momento sono necessari la preghiera e il silenzio. Ogni parola detta potrebbe essere di troppo e potrebbe essere foriera di giudizi inopportuni. È saggio, dunque, e rispettoso fare silenzio e pregare per questa famiglia". Poche ma chiare le parole di don Alessandro Fusetti, parroco di Osnago da inizio anno che con Francesco Iantorno e la figlia Rossana aveva avuto modo di scambiare qualche parole, in pochi incontri, non sufficienti a definire il rapporto una conoscenza. Quest'oggi la sua comunità è stata sconvolta da una tragedia che non ha precedenti e che ha gettato tutti nello sconforto, portando a riflettere con rispetto sull'accaduto.


"Ad ora non abbiamo ancora organizzato nessun momento di raccoglimento comunitario, è giusto che prima si definiscano tutti i contorni della vicenda, anche dal punto di vista delle indagini, poi mi sentirò con la famiglia nel rispetto delle loro volontà" ha concluso il sacerdote.


Nelle prossime ore, infatti, sui corpi di Francesco Iantorno, 80 anni compiuti ad aprile, di origini meridionali ma conosciutissimo a Osnago dove viveva da sempre, e della figlia Rossana, 47 anni a marzo, sarà eseguita l'autopsia che dovrà fare chiarezza, dove possibile, sulla dinamica e le cause della morte.

Secondo la prima ricostruzione, infatti, la morte è stata provocata da ferite di arma da taglio inferte al petto dall'anziano sul corpo della figlia, ritrovata sul divano di casa, e che non si esclude sia stata prima "sedata" con dei farmaci. Bisogna capire se ad essere letali siano stati i fendenti oppure quanto ingerito. L'uomo avrebbe poi rivolto verso se stesso l'arma, uccidendosi.

Il procuratore capo dottor Ezio Domenico Basso

Le non risposte al telefono questa mattina e l'assenza di Rossana al Cdd di Merate che frequentava hanno messo in allarme i famigliari e la persona incaricata di prendersi cura della casa che hanno così lanciato l'allarme. Una volta aperta l'abitazione di piazza della Pace è stata fatta la drammatica scoperta. Inutile la corsa dei sanitari che hanno potuto solo constatare il decesso delle due persone, avvenuto con buona probabilità nelle prime ore del mattino.

Sul posto si sono portati anche gli agenti della polizia locale di Osnago e successivamente i carabinieri della Compagnia che hanno cinturato l'area che, nel frattempo, si andava affollando di persone che, alla spicciolata, venivano a conoscenza dei fatti.

In paese è giunto di persona anche il procuratore capo della Repubblica di Lecco Ezio Domenico Basso. Dopo il sopralluogo nell'appartamento il magistrato ha fornito alla stampa una quadro dell'accaduto, rimandando comunque all'autopsia per tutte le certezze.

Come noto, Francesco Iantorno era molto conosciuto in paese. Qui era stato prima agente di polizia locale e successivamente messo, poi era andato in pensione dedicandosi completamente alla figlia che frequentava la struttura di Merate. Era anche parte attiva dell'associazione dei genitori dei ragazzi disabili e, quando poteva, partecipava ai momenti collettivi.

 

Attoniti anche i membri dell'associazione nazionale carabinieri di Missaglia, di cui Iantorno faceva parte da decenni. Una militanza lunga ben 51 anni, che aveva preso il via quando il ''quartier generale'' del sodalizio era Merate, ma poi proseguita anche con il trasferimento della sede a Palazzina Teodolinda. Proprio nella sala civica missagliese nel dicembre 2021, Francesco Iantorno aveva ricevuto dalle mani dell'allora sindaco Bruno Crippa l'attestato per i 50 anni di fedeltà all'associazione. Dopo aver ascoltato l'inno d'Italia, il presidente Antonio Gisonni e il suo vice Giorgio Angeletti, avevano elencato i nomi dei quattro premiati, fra cui anche quello dell'osnaghese; il suo mezzo secolo di militanza nell'associazione, gli era valso anche una speciale onorificenza dalla presidenza della Repubblica. Un legame con l'Arma che trae le sue origini dal servizio attivo prestato in gioventù, poi abbandonato, tanto che Iantorno aveva deciso di prestare la propria attività professionale nella pubblica amministrazione. Il legame con la Benemerita non si era però spezzato tanto che l'anziano rinnovava di anno in anno la tessera, pur non partecipando attivamente alle periodiche iniziative del sodalizio.

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