Osnago/2: nuovo scontro sull’antenna Iliad. Il Sindaco non arretra, minoranza critica

La tensione maggiore in Consiglio comunale a Osnago si è consumata sul dibattito sull'antenna di 34 metri da posizionare nei pressi del centro commerciale in località Marasche. La mozione della minoranza avrebbe dovuto impegnare l'assise nell'esprimersi sull'immediato annullamento dell'autorizzazione concessa [clicca QUI]. Il sindaco ha fin dalle prime battute chiarito che la proposta, al netto delle considerazioni contenute nel documento protocollato da Orgoglio Osnago, era irricevibile. "Chiedo al gruppo di minoranza di ritirare la mozione. Così come è configurata è irricevibile. Non si può chiedere a un organo politico di pronunciarsi per la sospensione o per l'annullamento di un'autorizzazione, che è un atto meramente tecnico ed è una prerogativa dei tecnici. Si configurerebbe un ‘abuso di funzione' e penso che l'intero Consiglio comunale non se lo possa permettere". Motivazione procedurale ribadita ancora dopo una seconda volta con tono perentorio. Alla fine di una lunga discussione la minoranza non ha ritirato la mozione e messa ai voti, come ampiamente pronosticabile, è stata bocciata.

"Questa amministrazione ha dato un parere favorevole su un parere di Arpa che non era valido sulla seconda antenna [quella sulla torre dell'acquedotto, ndr]" ha replicato il capogruppo all'opposizione Marco Riva. La sua accusa è che il pronunciamento di Arpa sulla seconda antenna, arrivato il giorno dopo di quello sull'antenna in zona Marasche, non tenga conto dell'impatto elettromagnetico dell'infrastruttura non ancora realizzata ma ormai ad un passo dall'esserlo. "Non chiediamo di non fare l'antenna, chiediamo di sospendere in attesa che i chiarimenti vengano fatti" ha specificato il consigliere di Orgoglio Osnago. Ha poi aggiunto: "Se si leggono le carte, che poi non sono state pubblicate, si evidenzia come già l'operatore avesse identificato un campo elettromagnetico di una dimensione non irrilevante. Se si guarda la copertura del segnale 5G si scopre che quell'area è completamente ricoperta, vuol dire che esiste già una fonte che emette un campo elettromagnetico su quell'area".

 

Il sindaco ha ribadito di non poter mettere in discussione un parere tecnico di un istituto come l'Arpa, suggerendo alla minoranza qualora lo ritenesse opportuno di fare un esposto. Alla luce della mozione, presentata a ridosso del Consiglio comunale, l'amministrazione ha tentato di ricontattare Arpa per rispondere alla questione sollevata dalla minoranza ed eventualmente fugare i dubbi. I referenti di Arpa non erano reperibili in giornata e il sindaco si è ripromesso di tentare nuovamente di ottenere un riscontro. Posizione che non è stata ritenuta soddisfazione da Orgoglio Osnago per la "battaglia" contro l'antenna 5G.

 

Il sindaco Paolo Brivio

L'altro aspetto contenuto nella mozione era relativo a una sentenza del TAR Friuli Venezia Giulia che ha dato ragione a un Comune che aveva negato l'autorizzazione in un preciso luogo, suggerendone tuttavia un altro all'interno dello stesso territorio comunale. Una dinamica non del tutto dissimile da quella tentata da Osnago, con la differenza che nel caso locale non vi è un Regolamento comunale aggiornato alla normativa di settore. "Con Polab, che è l'estensore del Regolamento di quel Comune friulano, io ci sto parlando da tre mesi e ho anche in mano un preventivo degli interventi che Polab si candida a fare ad Osnago per la stesura di un regolamento e di un Piano di allocazione delle antenne - ha rivelato per la prima volta il sindaco Brivio - Polab mi ha detto che non c'è modo di negare la collocazione di un'antenna. C'è il modo di individuare criteri scientifici per definire un Piano di allocazione di queste infrastrutture di interesse nazionale che va dinamicamente aggiornato di anno in anno". Il primo cittadino ha ammesso che il Regolamento in vigore ad Osnago non è stato aggiornato e muoversi in tal senso dopo la richiesta di Iliad sarebbe stato considerato come una procedura ad hoc, dunque impugnabile dalla società privata.

 

Il sindaco ha manifestato l'interesse ad aggiornare il Regolamento in parallelo al percorso di revisione del PGT (Piano di Governo del Territorio) e cercando una sponda a livello sovralocale dalla Conferenza dei sindaci del Meratese e dalla Provincia di Lecco. Brivio ne ha già parlato con gli omologhi proponendo un incontro in videoconferenza con Polab.

 

Scettico il consigliere di minoranza Vittorio Bonanomi: "Sentire la Provincia mi sembra lo stesso discorso della videosorveglianza sovracomunale: anziché pensare di fare un bel sistema comunale si è perseguita la strada sovracomunale che dopo anni non si sa ancora a che punto è. Anche in questo caso anziché impegnarsi come Ente comunale si cerca di scaricare la patata bollente su altri Enti. Non si capisce perché la Provincia dovrebbe individuare le zone dove posizionare le antenne. La questione è eminentemente di livello comunale". La considerazione più in generale di Bonanomi è che l'amministrazione non voglia andare incontro alle esigenze dei cittadini.

 

Riva ha poi nuovamente incalzato la maggioranza ad "agire in autotutela togliendo l'autorizzazione perché un domani i cittadini potrebbero fare causa al Comune. Il comitato ha raccolto 500 firme perché oltre a quelle online ci sono quelle cartacee". Riva ha invitato a non ignorare la mozione al di là della modalità di formulazione che può essere rivista. "Ad oggi il Comune ha due elementi per dire all'operatore di fermarsi un attimo perché non ha il 100% della ragione".

 

Il sindaco ha fatto nuovamente leva sui pareri positivi di Arpa e il capogruppo di maggioranza Federico Dusi ha sollecitato il Consiglio ad agire nel perimetro delle proprie funzioni: "Noi non siamo i promotori del 5G e se vogliamo avere una chance possiamo agire soltanto rispettando la forma, il luogo e i termini di quello che stiamo facendo. Se questo è il fine, non vedo perché non ritirare la mozione.

 

Le posizioni sono rimaste agli antipodi, la mozione è stata messa ai voti ottenendo però solo i quattro voti favorevoli del gruppo di minoranza.

M.P.
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