Orgoglio Osnago: mozione sull'antenna 5G dopo una sentenza TAR Friuli Venezia Giulia

Marco Riva e il suo gruppo Orgoglio Osnago sono pronti ad estrarre un asso nella manica sul solco del No all’impianto da 34 metri in zona Marasche per un’antenna 5G di marca Huawei. Con una mozione, che potrebbe essere discussa nel Consiglio comunale odierno (seppur non risulta nell’avviso di convocazione tra i punti all’ordine del giorno), la minoranza consiliare cita un caso di giurisprudenza che tutelerebbe i Comuni nei ricorsi per aver negato l’autorizzazione all’installazione di simili antenne. O meglio, tutelerebbe quegli Enti locali che prescrivono una locazione differente da quella indicata dalla società richiedente.

 

Intanto cominciamo pubblicando per la prima volta una serie di documenti originali sulla pratica autorizzativa di Osnago (CLICCA QUI per consultare i file). Nel plico messo a disposizione dal Comune non risulta però l’atto di maggiore interesse pubblico, ovvero la “analisi di impatto elettromagnetico” dell’8 giugno 2022, su cui si fonda il parere positivo di Arpa Lombardia. Si auspica che il Comune integri il faldone a disposizione di tutti i cittadini.

 

Tornando al contenuto della mozione del gruppo di minoranza di Osnago, si apprende che una recente sentenza dello scorso giugno del TAR del Friuli Venezia Giulia ha respinto il ricorso di una società di telefonia contro il Comune di Fagagna. Sulla base di questo pronunciamento Orgoglio Osnago chiede al Consiglio comunale di esprimersi “sull’immediato annullamento dell’autorizzazione concessa” a Iliad per la costruzione dell’infrastruttura nel quartiere Marasche.

 

La strada è tutta in salita perché tornare sui propri passi per un’autorizzazione già concessa è molto complicato da sostenere. Si prefigura tuttavia un’aspra polemica in aula consiliare della minoranza contro Progetto Osnago, per non aver preso in considerazione la sentenza del TAR Friuli Venezia Giulia dello scorso giugno. In quel caso la ricorrente non aveva contestato l’atto di diniego a realizzare l’antenna dove avrebbe voluto. Aveva piuttosto chiesto l’annullamento della delibera del Consiglio comunale di Fagagna con cui era stato approvato nel 2021 l’aggiornamento del Regolamento per la telefonia mobile, attraverso il quale venivano stabilite le zone dove non consentire le antenne e dove ammetterle. A discapito di Osnago c’è tuttavia il fatto che il Comune non ha mai aggiornato quell’analogo Regolamento, rendendolo più vulnerabile sotto un profilo giuridico.

 

Allo stesso tempo però esiste un macro elemento di convergenza tra la situazione di Osnago e quella del Comune friulano. In entrambi i casi gli Enti hanno indicato una seconda opzione agli operatori di telefonia (per Osnago la torre dell’acquedotto), dimostrando di non assumere un atteggiamento pregiudiziale e una chiusura totale all’iniziativa privata. Con la mozione, il gruppo di minoranza sembra voler puntare cioè sulle motivazioni del TAR per il respingimento del ricorso. Tribunale che non ha riconosciuto l’eccesso di potere che avrebbe tenuto il Comune, come denunciato dalla società. Avrebbe invece agito secondo diritto. In sostanza il TAR ha dato piena ragione all’amministrazione comunale.

 

Il gruppo di minoranza chiede poi di annullare l’autorizzazione anche per altri tecnicismi in riferimento ai pareri forniti da Arpa Lombardia. Già in passato Orgoglio Osnago aveva contestato le relazioni dell’agenzia regionale. L’opposizione aveva infatti depositato altre interpellanze e mozioni per cercare di evitare la concessione dell’autorizzazione. Il gruppo aveva pure promosso una petizione su una piattaforma online che ha fatto raccogliere ad oggi circa 290 firme.

 

Dal canto suo Progetto Osnago ha contribuito a spostare la discussione su scala lecchese. Il gruppo di centro-sinistra “Provincia territorio bene Comune”, che nel Consiglio provinciale siede in minoranza, lunedì scorso ha proposto un question time sull’argomento, con la richiesta di studiare un Regolamento condiviso che rispetti la normativa nazionale e regionale in vigore e di mettere in atto un monitoraggio sovralocale per mappare la presenza di antenne 5G sul territorio lecchese.
M.P.
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