Retesalute: accusata di false comunicazioni sociali, il giudice assolve con formula piena l'ex dipendente dott.ssa Anna Ronchi

Assoluzione con formula piena perchè il fatto non costituisce reato. Questa mattina il giudice del tribunale di Lecco dottoressa Nora Lisa Passoni ha così sentenziato in favore di Anna Ronchi, l'ex dipendente di Retesalute trascinata in aula con l'accusa di false comunicazioni sociali, a seguito della querela sporta dal collegio dei liquidatori dell'azienda.


Si chiude così, dopo quasi tre anni, una vicenda che ne aveva profondamente minato la serenità personale, compromettendone anche la carriera professionale.

Gli avvocati Antonino Di Benedetto e Laura Annoni, la dottoressa Anna Ronchi e il giudice Nora Lisa Passoni


Assistita dall'avvocato Antonino Di Benedetto con la collega Laura Annoni, entrambi del foro di Monza, l'imputata era accusata di avere commesso il reato previsto dall'articolo 2621 del codice civile (che però fa riferimento a una norma penale, da qui il procedimento incardinato davanti alla dottoressa Passoni).


L'accusa partiva dalla tesi secondo cui Anna Ronchi fosse preposta alla redazione di documenti contabili societari e quindi passibile delle accuse previste dall'articolo sopraccitato e rischiava una pena da uno a cinque anni di reclusione, con conseguenze poi devastanti dal punto di vista lavorativo.


Le accuse, secondo il pool difensore, non avrebbero dovuto nemmeno varcare la soglia dell'ufficio del pubblico ministero in quanto la dottoressa Ronchi non aveva mai rivestito un ruolo apicale di tale portata, che tra l'altro non era nemmeno previsto nello statuto sociale di Retesalute, ma era una semplice impiegata amministrativa con ruolo di capo-area di settore.

 

"Sono altre le figure che, eventualmente, avrebbero dovuto essere chiamate a rispondere di questo reato" ha concluso l'avvocato Di Benedetto "La dottoressa Ronchi non poteva commettere quanto previsto dal capo di imputazione perchè non aveva mai rivestito quel ruolo. Quindi non poteva commettere quel reato. Il giudice ha assolto con la formula liberatoria più ampia la nostra assistita che ora farà le sue valutazioni e deciderà se eventualmente rivalersi per quanto subito in questi anni".


La sentenza di oggi fa seguito a quella di inizio settembre emessa dal giudice del lavoro dottoressa Federica Trovò che stabiliva l'assoluta estraneità dei fatti sia della dottoressa Anna Ronchi che della dottoressa Simona Milani alle accuse mosse sempre da Retesalute per "condotte commissive e omissive" di mala gestio che avrebbero contribuito a provocare ingenti danni all'azienda stessa.

S.V.
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