Merate: il cellullare dell'ass. Casaletto collassa mentre è alla guida in autostrada. Abitacolo saturo di fumo, stop di emergenza

Prima il rumore come di una lattina che si sgasa, poi le scintille e il fumo che in pochi istanti ha riempito l'abitacolo dell'autovettura costringendo il conducente ad avvicinarsi velocemente alla corsia di emergenza, fino a fermarsi in una piazzola di sosta e mettersi in sicurezza.

È la disavventura accaduta all'assessore al bilancio di Merate Alfredo Casaletto il cui telefono cellulare è "collassato" con la batteria fusa, diventando un ammasso di pezzi di metallo e plastica chiaramente irrecuperabili.
Solo in questi giorni l'avvocato e amministratore meratese è riuscito a riattivare la propria utenza telefonica e a tornare raggiungibile ma lo spavento per il rischio corso è ancora bene impresso nella sua mente e il prossimo passo, adesso, è quello di rivolgersi alla casa costruttrice del telefono per segnalare l'accaduto e capire quale sia stata la causa di questo incidente che avrebbe potuto avere conseguenze ben peggiori.

Quel che resta del telefono

 

"Stavo viaggiando sull'autostrada per raggiungere Firenze dove mi attendeva un'udienza in tribunale con un cliente" ha raccontato "Avevo appoggiato il telefono nell'apposito supporto sul cruscotto quando, ad un certo punto, ho sentito un rumore strano, come quando si apre una lattina e si sgasa. Poi in un istante dal telefono ha iniziato a uscire del fumo che ha riempito l'abitacolo. Mi sono avvicinato alla corsia di emergenza e pian piano ho raggiunto una piazzola di sosta. Nel frattempo ho gettato a terra, sul tappetino, il cellulare da cui avevano iniziato a propagarsi scintille. Quando mi sono fermato sono subito sceso e ho aperto le porte aspettando che la situazione si normalizzasse. Una volta che il dispositivo si è raffreddato sono risalito in auto alla ricerca di un autogrill dove poter fare una telefonata e avvisare sia il cliente che la mia famiglia di quanto era accaduto".
Ma è stato in questo frangente che l'assessore si è accorto di come il mondo sia cambiato: da una parte la mancanza di telefoni pubblici alle aree di sosta e dall'altra la diffidenza delle persone a prestare il cellulare, sia per la questione covid che per eventuali utilizzi fradolenti dello stesso.
"A quel punto ho accelerato e sono arrivato fino a Firenze. Una volta giunto in tribunale, sono andato al bar e qui ho chiamato sia mia moglie che mia madre, dato che erano gli unici due numeri che mi ricordavo a memoria. Nessuna delle due mia ha risposto, probabilmente pensando che il numero fosse uno dei tanti disturbatori che offrono promozioni. Fortunatamente mia moglie ha richiamato mentre io ero ancora lì e avevo il cordless dell'esercizio commerciale in mano. Allora le ho spiegato l'accaduto e le ho chiesto di contattare il cliente che mi stava aspettando. Terminata l'udienza sono andato a recuperare subito un dispositivo muletto ma non sono riuscito a farmi duplicare la SIM così da poter riattivare subito l'utenza e quindi ho acquistato un altro numero".


Rientrato a Merate è iniziato il giro di chiamate per avvertire del fatto e poi per tornare in possesso di tutti i dati e le applicazioni presenti sul telefono ridotto a un ammasso di pezzetti bruciati.
"Fortunatamente non avevo in tasca il telefono come mi capita normalmente perchè altrimenti mi sarei potuto anche fare del male" ha concluso Casaletto "quando l'abitacolo si è riempito di fumo mi sono davvero spaventato perchè non si vedeva più niente. È stato un rischio non da poco".
Una disavventura finita bene perchè senza conseguenze per la persona ma con tanti disagi non ancora risolti e che, se mai ce ne fosse stato bisogno, ha dimostrato quanto ormai il cellulare sia diventato parte integrante dell'esistenza e in certi casi anche un qualcosa da cui si dipende, nel bene e nel male.
S.V.
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