I due volti dello ''Street Food''

IL COMMENTO

La lunga maratona dello Street Food - ora che si è conclusa si può commentare senza creare disturbi - presenta due volti. Il primo è quello del pubblico generico, più giovani che famiglie, che soprattutto la sera di venerdì e sabato - tra dubbie misure di sicurezza e di igiene- ha riempito tavoli e seggiolini sparsi un po' ovunque nel centro storico decretando l'apprezzamento per l'iniziativa, con grande soddisfazione da parte degli standisti.

Il secondo è quello del commercio fisso che, al contrario, ha visto contrarsi paurosamente gli incassi tra venerdì e sabato. Il coro è unanime da piazza Prinetti al piazza Italia percorrendo l'ex salotto buono di via Manzoni: queste iniziative vanno svolte la domenica. Poi ciascun commerciante deciderà se restare aperto oppure no. I commenti raccolti sono implacabilmente per lo più di segno negativo, pur tra tentennamenti e timori (di chissà quali ritorsioni). Il dito è puntato innanzitutto contro l'assessore al commercio Giuseppe Procopio, cui, evidentemente, è sfuggito di mano il calendario se per sua stessa ammissione era convinto che lo Street Food si sarebbe svolto in una sola giornata (smentito però dall'assessore Tamandi il quale afferma che l'iniziativa fosse nota alla Giunta già da maggio). Ma anche contro Simona Vitali nella sua duplice veste di presidente della Nostra Mela - che dovrebbe tutelare il commercio fisso - e della Proloco, che invece punta a manifestazioni di ampio respiro che poggiano per lo più sul commercio ambulante. Ricoprire entrambi gli incarichi non è opportuno. Anche perché, spronata dal signor sindaco a fare di più, è comprensibile che si stia impegnando a fondo con lo sguardo rivolto all'orizzonte del 2024.

A nostro parere, pur con tutto l'apprezzamento per il lavoro che Proloco svolge e, in particolare, proprio la sua presidente, penalizzare il commercio fisso è un errore madornale. Il momento è già di per sé molto difficile, eppure tutti resistono, pagano regolarmente Imu - chi è proprietario - e Tari. Tengono aperto l'intera settimana anche con la consapevolezza che ci saranno giorni di deserto pauroso.

Colpirli nel solo mese di ottobre con quattro sabati consecutivi di chiusura dell'intero centro è un'operazione che va nella direzione opposta a quella di favorire la resistenza dei commercianti. Compito primario per l'assessore Procopio - che a quanto pare però ha dimenticato - e per l'associazione cittadina che riunisce alcuni commercianti principalmente dell'area centrale.

L'assessore Procopio deve uscire dall'equivoco e togliersi i panni di eterno democristiano. Se condivide l'operato della Proloco lo dica anche ai commercianti ai quali, invece, assicura di comprenderne le preoccupazioni e le contrarietà. E' tempo di calzare una sola scarpa. Altrimenti perderà del tutto quel briciolo di credibilità di cui ancora gode presso qualche esercente.

Se ci possiamo permettere senza voler insegnare nulla a chicchessia, per il futuro si imposti una metodologia opposta a quella utilizzata in questa occasione: prima un confronto con i commercianti coinvolti dalle manifestazioni, poi informazione a tappeto a tutti coloro che in un modo o nell'altro ne debbono sopportare i disagi, quindi attenzione alla tipologia di evento perché lo Street Food, ad esempio, danneggia anche i bar (soprattutto quelli che propongono la tavola calda), infine riduzione delle giornate a un massimo di due, domenica inclusa per non abbattere eccessivamente i ricavi di coloro che, presenti tutto l'anno, con le loro vetrine illuminate "salvano" - ancora - il bel volto della città. Nel solco del Panzeri-pensiero l'auspicio è che anche le frazioni e il quartiere a sud di Merate siano teatro di iniziative; un modo, sempre in linea col pensiero del sindaco, per rendere la comunità meratese ancora più unita.

C. B.
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