Merate: lo scontento dei commercianti per lo street-food. Incassi minimi per 3 giorni

Se si chiede loro un parere da sconosciuto le "maledizioni" si sprecano. Poi quando ci si qualifica - e dunque si teme che il proprio nome finisca sul giornale - il politicamente corretto prevale. Ma il disappunto rimane. In tutta la sua evidenza.

Per tre giorni tutta l'area centrale di Merate è stata occupata dagli standisti dello "Street Food" organizzato dalla Pro loco. Bancarelle, furgoni, friggitrici, tavole che eccezionalmente potevano non essere affrancate, sgabelli e seggiole ovunque. Un caos allegro, multicolore, confuso, a tratti sgangherato. In questa dimensione si sono trovati i commercianti che aprono le vetrine sulle piazze centrali e su via Manzoni, doppiamente penalizzata perché chiusa al traffico ma senza alcuna bancarella. Si è detto, per ragioni di sicurezza.

E se per gli organizzatori, gli standisti e moltissime persone l'evento è stato positivo e soddisfacente, per loro, i commercianti, la tre giorni ha rappresentato soltanto una perdita secca di incassi.

Nel pomeriggio di sabato 8 ottobre - si può dire nel bel mezzo della manifestazione - abbiamo domandato ai titolari di negozi di via Manzoni e Piazza Prinetti come stessero vivendo il fine settimana. I pareri raccolti nei diversi negozi in cui siamo entrati, tra cui Merceria Ripamonti, Thun, Benetton, Creme Caramel, Sangiorgio, panetteria Albani, Panificio Tamandi e altri si sono rivelati uniformi (a parte qualche "non commento").

È stato osservato che in linea generale l'iniziativa ha portato gente in piazza, ma decisamente meno in via Manzoni, dove, secondo alcuni commercianti, si sarebbe potuto pensare di installare qualche bancarella, visto che comunque la via è stata interdetta al traffico veicolare dalle 10 del mattino a mezzanotte per tutti e tre i giorni. Due o tre espositori anche lì avrebbero portato, chissà, anche qualche cliente in più visto che la maggior parte dei commercianti della via ha riferito di aver avuto solo poche visite al mattino e praticamente nessuna nel pomeriggio. A giocare a loro svantaggio però non è stata solo la chiusura della via al traffico - cosa alla quale ormai sono abituati - bensì il fatto che i parcheggi davanti al castello sono stati occupati da due furgoni, un gazebo e qualche bagno chimico. "Quei parcheggi fanno la differenza per noi nel fine settimana - ha detto una commerciante - perché sono l'unico posto in cui la gente può parcheggiare e facilmente raggiungere i nostri negozi. Lo si vede subito che sono stati chiusi, perché qui di gente non ne arriva".

Alcuni negozianti hanno preferito dare un doppio parere: "Da cittadino posso dire che è un'iniziativa anche simpatica, una volta ogni tanto ci sta. Da commerciante dico che se fosse così tutti i fine settimana farei prima a tener chiuso".

Un altro ha quantificato in un 30-40% in meno il ricavo del fine settimana. Tutti hanno lamentato un calo molto preoccupante delle vendite

Non sono mancati gli apprezzamenti per l'iniziativa ma, semmai la si dovesse riproporre il prossimo anno, apportando robuste modifiche.

"Perché non farla d'estate, in un contesto diverso? E poi la durata è eccessiva, basta un giorno pieno, la domenica"

E un altro: "Ma non si può trovare una zona diversa? Se la gente apprezza va ovunque, dal campo sportivo alle frazioni"

 

 

Sul fatto che l'iniziativa si sarebbe potuta svolgere in un altro periodo si sono trovati d'accordo soprattutto i negozi di abbigliamento, pronti a vendere la nuova merce della collezione autunno-inverno appena recapitatagli. "Dobbiamo tenere chiuse le porte perché con questi odori se si impregnano i vestiti e soprattutto i cappotti è un problema. Non possiamo venderli".

Scontenti infine anche i negozi che somministrano cibi e bevande: tavolini vuoti, piramidi di brioche invendute e incassi falcidiati. "Qualcuno entra, ma solo per andare in bagno, al più prende un caffè".

Tutti però concordano su un fatto: l'iniziativa è stata proposta in un momento storico difficilissimo per il commercio a causa soprattutto del rincaro delle bollette che riduce fortemente la capacità di spesa. E chi ha acquistato una vaschetta di patatine (al modico prezzo di 4 euro....!) o un piatto di carne poi non spende più nei negozi.

"Diciamo chiaro, netto e tondo, che questa cosa (lo street-food ndr) non ci ha aiutato, anzi ci ha danneggiato e sapendo che a organizzarla è stata la stessa presidente della Nostra Mela c'è davvero da arrabbiarsi" .

E la festa non è finita: sabato 15 l'ennesimo mercatino di cose vecchie e sabato 22 e domenica 23 Festa del Cioccolato.

Prepararsi a contabilizzare altre perdite.

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