Replica all'articolo: ''Cernusco: in versione Signore degli anelli...''

Caro Marco Pessina,
il tuo articolo oltre che noioso per l'introduzione tecnica dedicata al basket, quasi una sorta di fumogeno per confondere le idee e distogliere l'attenzione dal problema reale, contiene alcune imprecisioni che vale la pena stigmatizzare.
Io non sono Gandalf ma piuttosto un Hobbit che dall'alto dei miei 168 cm non ama particolarmente la pallacanestro ma comunque ritengo che qualsiasi sport, se lo si pratica, deve essere fatto seriamente e nel rispetto di coloro che non lo praticano. Purtroppo dalle testimonianze e lamentele dei residenti questo campo che sarebbe dovuto, e dovrebbe ancora, essere dedicato all'attività sportiva o quantomeno ricreativa, è diventato da almeno 3 anni un luogo di aggregazione molesta: rumori, urla, bestemmie, petardi lanciati ai cani nelle proprietà private fino ad arrivare alle intimidazioni nei confronti dei residenti che hanno cercato di lamentarsi per i comportamenti inadeguati fino alle 2/3 di notte.
Anche durante il lockdown, quindi in un tempo interdetto a qualsiasi tipo di aggregazione, di giorno si portavano e nascondevano nei cespugli bottiglie di birra che poi venivano consumate la sera e la notte. Ricordo che ad inizio ottobre 2020 è stato chiuso e multato il Liberty bar che dal campo non dista molti metri, proprio per rumori molesti e risse. La signora consigliera di minoranza Samantha Brusadelli forse non sa che esiste un video secretato dalla Procura di Lecco che mi risulta sia stato visto dall'allora Sindaco G. De Capitani e dall'attuale G. Toto. Se ne ha facoltà può chiederne la visione e a quel punto si può convincere che le testimonianze dei residenti sono reali, gravi e che non si prestano a speculazioni politiche.

La situazione del campo non era dissimile da quella del bar. Quindi lo stato delle cose era ben chiaro anche alla precedente amministrazione comunale tanto che alcuni assessori si prestavano a raccogliere i cocci di vetro ed i rifiuti pur di non ammettere apertamente le problematiche relative a questo luogo di aggregazione e che quantomeno la situazione era scappata di mano. Più volte i residenti hanno fatto denuncia ai Carabinieri i quali non mi risulta siano intervenuti in modo deciso ed autoritario (bastava identificare i presenti, eseguire un alcool-test ed eventualmente sequestrare i motorini o bici) ma hanno consigliato di rivolgersi alla Polizia Municipale o all'Amministrazione la quale, non avendo la possibilità a sua volta di dislocare il personale per il controllo dell'area h24, ha rimbalzato la "colpa" ai residenti rei di aver "voluto il campo". Questo rimpallo di responsabilità ha ulteriormente esacerbato l'avversione dei residenti nei confronti di quest'area.
Una volta per tutte. I residenti non hanno mai scelto un campo da basket ma, a seguito della riqualificazione del quartiere, si doveva creare anche un'area aggregativa usufruendo di alcune agevolazioni. Non dico sia stato "imposto" ma quantomeno identificato come la soluzione ideale dall'assessore allo sport e tempo libero. Poteva essere un campo di pallavolo, un campo di bocce, un minigolf, una semplice area verde ricreativa con uno spazio per fare Yoga... Qualunque fosse stato il suo utilizzo non giustifica la realizzazione approssimativa che ha ignorato le più elementari misure di pubblica sicurezza. In primo luogo sarebbe dovuto essere recintato, l'usufrutto disciplinato secondo orari ben precisi e predisposto il monitoraggio tramite telecamere. Purtroppo, come da tempo ho sostenuto in più articoli, i nostri comuni sono deficitari in quanto pubblica sorveglianza tramite videocamere. Il Comune di Usmate ne ha dislocate 70 e la polizia municipale è dotata di bodycam.

Paolo Cogliati

 

Gentile Paolo Cogliati,
intanto grazie per l'attenzione dimostrata. Il punto è: il problema si risolve togliendo il ferro del canestro? Se la risposta fosse sì, significherebbe avere un atteggiamento pregiudiziale verso chi pratica una attività rispetto che un'altra. Avendo parlato con dei residenti della zona che abitano, cito testualmente, "tanto vicino da sentire il ciuf della retina quando facevano canestro" un giorno si sono accorti che la gente aveva smesso di giocare a basket per giocare a calcetto (tra l'altro senza porte, quindi chissà dove viene sparato il pallone). Gli stessi residenti raccontano che sentivano sì i rimbalzi del pallone, ogni tanto con qualche schiamazzo, ma niente di più. E che la notte si dormiva e si dorme tranquilli. Mi riferisco a residenti che non hanno alcun secondo interesse da perseguire. Detto ciò, non voglio negare che ci possano essere stati degli episodi di eccessi, ma la narrazione secondo cui il campetto abbia generato un clima da ghetto di Harlem forse è iperbolica. Aspettiamo però con ansia le videocamere per poter fare le telecronache dei 3vs3 dal quartier generale della Polizia locale. Ad ogni modo non è negando un'opportunità che si risolvono i problemi da gestire. Il ritrovo al campetto per tanti ragazzini è una valvola di sfogo (positivo), una parentesi di ossigeno puro. Viviamo in un periodo in cui non ci sono solo bottiglie rotte di vetro da raccogliere, ma anche e soprattutto cocci invisibili da ricomporre. Cordialmente,

Marco Pessina

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