Sabbioncello: l'olio della lampada di san Francesco offerto da Imbersago. Fra' Massimo: ''Impariamo a vivere con stupore''
"Il più italiano dei Santi e il più Santo degli italiani" è stato al centro della celebrazione eucaristica che si è tenuta nel tardo pomeriggio di martedì 4 ottobre, in occasione proprio della ricorrenza che lo venera. Nella solennità di san Francesco d'Assisi, infatti, la comunità dei frati di Sabbioncello ha dedicato diversi giorni di preghiera al patrono d'Italia.
Fra' Massimo e padre Giulio
Il momento più solenne è stato certamente quello del tradizionale dono dell'olio della lampada che arderà per i prossimi mesi ai piedi della statua di san Francesco, posta nella cappella a lato dell'altare ligneo dove troneggia la Vergine, e che è stato offerto dal comune di Imbersago.
Fabio Vergani (sindaco di Imbersago), Giovanna Fumagalli Biollo (consigliere di Olgiate), Massimo Panzeri (sindaco di Merate)
Daniele Villa (sindaco di Robbiate), Roberta Agostoni (vicesindaco di Brivio), Pietro Pozzoni (vicesindaco di Calco)
La funzione, celebrata da padre Giulio Binaghi degli oblati di Madonna del bosco, con altri confratelli tra cui il frate guardiano padre Massimo Tedoldi, ha visto la partecipazione molto raccolta e anche numerosa di fedeli legati non solo alla devozione del poverello di Assisi ma anche alla comunità di santa Maria Nascente. Nelle prime file i rappresentanti dei corpi della guardia di finanza, della polizia locale e dei carabinieri nonché gli amministratori di alcuni comuni del territorio tra cui Imbersago, Merate, Olgiate Molgora, Robbiate, Brivio e Calco.
"Si racconta che per la prima volta, nel giorno della morte di san Francesco, le stelle hanno visto un uomo che moriva cantando" ha introdotto durante l'omelia frate Massimo "oggi è proprio lui a darci tre suggerimenti. Ci dice di saper distinguere tra i beni materiali e quelli eterni. I beni passano in fretta, tutto è soffio. Dobbiamo allora usare dei beni della terra come fossero raggi che rimandano al sole, il vero unico bene. San Francesco ha vissuto poi una vita di continue connessioni e ci invita a vedere la realtà che ci sta attorno come immagine e somiglianza di Dio. Ci invita a non far vincere l'egoismo, a stringere le mani alle persone e non a mettere i piedi in testa. Infine ci insegna che la vita va cantata e va vissuta nello stupore, imparando a sorprenderci di fronte alle novità. Il nostro Santo ci invita a vivere tutto con stupore, cantando e godendo delle piccole cose che il Signore semina ogni giorno".
S.V.