Ricordando Mimmo Cavana

È passata più di una settimana da quando Mimmo, Domenico Cavana, ci ha lasciati. E subito ne sentiamo la mancanza. Nonostante la sua situazione difficile, riusciva a farsi sentire. Era nel gruppo WhatsApp del PD di Merate, e non faceva mai mancare i suoi messaggi, specialmente quando occorreva un incoraggiamento.
Per ironia della sorte ci ha lasciati proprio adesso, ora che il suo incoraggiamento sarebbe stato prezioso.
In questa settimana ho pensato molto a lui, a quello che lui ha rappresentato per la mia esperienza. Abbiamo condiviso molto. A partire dagli anni '70 del secolo scorso (non ero ancora maggiorenne) non ci conoscevamo personalmente, ma frequentavamo entrambi l'abbazia di Fontanella di Sotto il Monte, per seguire gli incontri guidati da Padre Turoldo. Erano gli anni del referendum sulla legge Fortuna Baslini, quella del divorzio.
L'Italia stava cambiando in modo radicale, e frequentare l'ambiente di Fontanella ci aiutava nella ricerca di un punto di vista per leggere e capire meglio questi cambiamenti, capire verso quale mondo andavamo, e come ci stavamo arrivando.
Ritrovai Mimmo molto tempo dopo, verso la fine degli anni '90, dopo il terremoto di tangentopoli.
Io, dopo una prima esperienza in consiglio comunale con il sindaco Dario Perego, maturavo la mia scelta di campo, e mi trovai al suo fianco impegnati nella costruzione del movimento dell'Ulivo. Da allora ci siamo sempre trovati a lavorare insieme: comitato per l'ospedale, organizzazione delle varie votazioni primarie, campagne elettorali. Fino al momento più difficile e più "glorioso". Sul finire del 2003, si avvicinava la scadenza del secondo mandato di Dario Perego, si trattava di tentare una proposta alternativa per amministrare Merate. Non fu un percorso facile, più di una volta si arrivò al rischio di mollare tutto. Ma alla fine il miracolo: una lista di centrosinistra con candidato sindaco Battista Albani, comprendeva Democratici di Sinistra, Margherita, gruppo Arlati Pierpaolo e Passoni, il partito di Rifondazione Comunista rappresentato da Marcello Toma. Mi ricordo ancora, la notte del 14 giugno 2004, seggio uno, ero al fianco di Mimmo per ascoltare la proclamazione di Albani sindaco. Per molti oggi può sembrare una banalità, ma vi assicuro, fu un miracolo, un capolavoro di sintesi di idee e sensibilità diverse. Per Mimmo iniziarono forse i cinque anni più proficui e carichi di soddisfazioni per il suo impegno politico. Cinque anni di servizio della "sua" Merate come Assessore. Un lavoro seguito con serietà e dedizione per tutti e cinque quegli anni, giorno per giorno, 24 ore al giorno. Non basterebbero pagine e pagine per descrivere i frutti di questo lavoro. Una per tutte, la consulta delle associazioni per il loro coordinamento, e poi il contributo per la nascita di Retesalute, per dare una risposta altamente qualificata alle esigenze del sociale. Mimmo ci ha sempre creduto, come dimostra anche il suo ultimo intervento su Merateonline, quello che avete citato insieme alla notizia della sua morte. Devo confessare che negli ultimi anni ho avuto spesso la tentazione di non occuparmi più di politica. Stanchezza, mancanza di motivazioni, pigrizia. Poi un gruppetto di giovani che si son fatti carico con impegno ed entusiasmo del Partito Democratico, e i messaggi di Mimmo sulla chat che incoraggiano a continuare. La sua fede e determinazioni continuano a essere di stimolo e influenzare le mie scelte. Questa sera, ad esempio, su canale cinque trasmettono la partita contro il Barcellona. Mi piacerebbe assistere alla sperata e attesa reazione dell'Inter alla sua crisi. Ma Mattia Salvioni, segretario del PD, ha convocato una riunione del partito per valutare i risultati elettorali.
Caro Mimmo, proprio stasera, dopo aver ricordato tutte queste cose che ho scritto, non posso stare a casa. Caro Mimmo, possiamo solo ringraziarti per ciò che hai dato alla "tua" Merate, e per ciò che ci hai insegnato con tuo esempio.
Lanfranco Consonni
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