Verderio: con la morte di Francesco Gnecchi Ruscone se ne va un pezzo di storia illustre

È scomparso il 24 settembre l'architetto Francesco Gnecchi Ruscone, all'età di 98, nella sua casa di Milano.
Apparteneva alla nobile famiglia degli Gnecchi Ruscone che nel 1828 vennero ad abitare a Verderio nella bellissima villa di centro paese, appartenuta nei secoli precedenti ai conti Confalonieri e per ultimo, al conte Decio Arrigoni.
Per moltissimi anni, la famiglia composta da vari fratelli, visse in quella villa e in quella accanto, ma con l'aumento dei componenti della stessa e le divisioni dei beni, furono necessari alcuni trasferimenti abitativi, anche perché negli anni '70 del Novecento, la villa venne ristrutturata e venduta a privati.

Francesco Gnecchi Ruscone con la moglie

Un ramo scelse di andare ad Inzago, un altro a Paderno d'Adda, altri a Milano dove avevano le loro attività legate all'industria della seta.
Il padre di Francesco, Gianfranco, appassionato di equitazione militare, con la moglie Antonia Caccia Dominioni, acquistò nel 1933 la cascina Bergamina a Verderio Inferiore dove iniziarono l'allevamento di alcune razze di cavalli.
Francesco, il primogenito, era nato il 13 marzo 1924 e dopo le scuole regolari, fu avviato alla scuola di architettura al Politecnico di Milano, ereditando la professione dei suoi nonni e avi della famiglia Caccia Dominioni che dall'anno 1006 erano considerati i migliori in Italia e all'estero.
Aveva vent'anni quando aderì, nel 1944, alla lotta di Liberazione dando vita alla brigata "Marescotti". A lui vennero affidati alcuni compiti strategici, tra i quali quello di individuare le linee di fortificazioni che i tedeschi stavano facendo a nord del Po e sul lago di Garda. Sia lui che il padre erano partigiani e a Verderio Inferiore avevano il loro punto di riferimento per aiutare i partigiani brianzoli, nascondere armi e militari, nonché famiglie ebree ricercate.
Catturato dai tedeschi venne torturato dal comando nazista a Milano. Grazie alla notorietà della madre, venne liberato e partecipò alla Liberazione di Milano.
La sua attività di architetto lo portò a incarichi di prestigio non solo in Italia, ma anche all'estero, fino a Tel Aviv. Nel frattempo aveva sposato una donna australiana e avuto diversi figli.
Fu anche membro sportivo del CONI e presidente della sezione Tiro con l'Arco per il Comitato Nazionale Olimpico.
L'architetto Francesco Gnecchi, in attività fino al 2003, era sempre molto legato con la sua Verderio, dove ogni tanto veniva a far visita o presentare in biblioteca i suoi libri di architettura.
Tra gli ultimi suoi ricordi: una fotografia in cui sventola dal balcone della sua casa la bandiera dell'Ucraina.

Si ringrazia lo storico Giulio Oggioni per il materiale documentale
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