Cernusco: all'unanimità l'atto per ottenere lo studio ''caso-controllo'' da Italcementi


Sergio Fassina e Gennaro Toto
Il gruppo di maggioranza di Cernusco Lombardone ha avanzato la proposta di richiedere nelle sedi opportune la realizzazione di uno studio epidemiologico caso-controllo prima di rendere esecutiva l’autorizzazione per Italcementi di bruciare presso il proprio stabilimento 110 mila tonnellate annue di materiale combustibile. A introdurre l’argomento il sindaco Gennaro Toto, che ha rivendicato le battaglie di IFNC quando era all’opposizione contro l’aumento del massimo carico termico agli impianti di Silea a Valmadrera e contro la produzione di bitumi all’Andegardo. “In linea con il nostro pensiero sposiamo la causa dei nostri vicini di Calusco d’Adda – ha detto Toto – La salute dei cittadini deve essere messa in primo piano davanti ad ogni altra esigenza. Dunque per salute dobbiamo assicurarci che sia stato fatto tutto il possibile al fine di salvaguardarla”. È seguita un’illustrazione del problema da parte dei rappresentanti del comitato La nostra Aria. L’assessore Passavanti ha così presentato Raffaella Mattioni e Sergio Fassina. I due ospiti hanno ripercorso le tappe principali della vicenda. La proposta della società è di passare dalle 30 mila tonnellate annue di combustibile a 110 mila. Per farlo Italcementi vorrebbe utilizzare anche combustibili secondari. Ad essere portati ad alta temperatura sarebbero pure i rifiuti e tra questi ci sono i fanghi reflui, i composti di gomma e i coriandoli plastici.


Raffaella Mattioni
Il comitato non ha nascosto che la strada a questo punto sia molto in salita. Nonostante i pareri contrari di ATS, della Provincia di Lecco e di alcuni Comuni di cintura, la Provincia di Bergamo ha già deliberato per la concessione. Ora la palla è in mano alla Regione. Raffaella Mattioni non ha nascosto che non ci sono studi che certifichino il nesso di casualità tra l’insorgenza di tumori mortali e l’attività degli impianti di seconda generazione, come quello di Italcementi. In questi casi solitamente ci si affida ai calcoli statistici degli studi epidemiologici del tipo caso-controllo, che sarebbero i più accreditati. Italcementi invece nel suo studio ha utilizzato un metodo differente, quello “tabellare”, che il comitato contesta radicalmente. Mattioni si è scagliata anche contro Regione Lombardia: “In Emilia Romagna e a Torino fanno un monitoraggio costante, in Lombardia non esiste alcun programma di monitoraggio. Se in Campania c’è la terra dei fuochi, da noi abbiamo la terra degli inceneritori”. Per “La nostra aria” la Brianza e la Lombardia sono già troppo inquinate per permettersi di avere un altro inceneritore.



In chiusura il sindaco ha ribadito: “Faremo tutto quello che possiamo per chiedere nei tavoli opportuni che si faccia uno studio caso-controllo”. La delibera, che impegna anche il sindaco a tenere il Consiglio comunale aggiornato sugli sviluppi della vicenda, è stata approvata all’unanimità, davanti a un pubblico piuttosto nutrito in aula consiliare, tra cui c’erano anche alcuni cittadini che si stanno battendo da anni sul tema.
M.P.
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